Dal Libano il
Metropolita Greco-Cattolico di Tiro S. E. Mons. GEORGES BACOUNI é in visita a
Montepulciano nella Parrocchia di Santa Maria delle Grazie dove opera
eccellentemente un giovane e carismatico sacerdote melchita Nadim Haddad. Il Metropolita
sarà presente nel nostro territorio per un’intera settimana illustrandoci anche
cosa significhi essere oggi cristiani nel Vicino Oriente tra Sinodo e
“primavere arabe”. La Chiesa cattolica
greco melchita è una Chiesa cattolica sui iuris di rito bizantino. Conta circa
1.200.000 fedeli ed è guidata dal Patriarcato di Antiochia dei Melchiti. I
melchiti seguono le varianti greche del rito bizantino circa la guida, la
teologia e la spiritualità. Per questo sono anche detti "Cattolici
orientali", "Cattolici bizantini" o "Greco cattolici".Con
il termine melchita si designano in particolare i cristiani di rito bizantino,
cattolici così come ortodossi, dei patriarcati di Alessandria, di Antiochia e
di Gerusalemme. Oggi, nell'uso comune, il termine «melchita» è attribuito ai
soli cattolici di rito bizantino e di lingua araba, dovunque risiedano. La liturgia
in uso presso i melchiti segue il rito bizantino, caratteristico della maggior
parte dei cristiani orientali. Esso fu codificato e sistematizzato da San Giovanni
Crisostomo ed è rimasto pressoché invariato dai secoli VI-VII sec. Oggi la
maggioranza dei melchiti è diffusa tra Siria e Libano e, in quest'ultimo,
rappresentano la seconda comunità cristiana dopo i maroniti.
In un intervento fatto a Radio Vaticano nel 2010 il
Metropolita Bacouni illustrò i nuovi movimenti ecclesiali del Vicino Oriente
come una profonda ricchezza: “È vero che i genitori sono
i primi catechisti, con il sostegno delle scuole e delle parrocchie,ma a
seguito del Vaticano II una nuova iniziativa riguardante il catechismo è emersa
dai Nuovi Movimenti Ecclesiali, con la benedizione e l’incoraggiamento degli
ultimi Pontefici. È importante che oggi la Chiesa d’Oriente impari dal loro successo
e tragga beneficio dalla loro iniziativa. La maggior parte di questi movimenti
ecclesiali segue un determinato approccio al catechismo e intendo riferirmi a
uno di questi - le comunità Spada dello Spirito, all’interno del movimento di
Rinnovamento nello Spirito - per illustrarne la pedagogia. Essa si modella
sulla pedagogia catechetica del Signore con i discepoli sulla via di Emmaus.
Non è semplicemente mirata all’educazione della mente, piuttosto a portare il
fedele a un rapporto personale con Gesù, a una riscoperta della propria
vocazione e missione e a una più profonda comunione con la Chiesa. È una
pedagogia che si rivolge a quei cristiani che, come i discepoli di Emmaus, sono
stati educati alla fede cristiana, ma che hanno perso la speranza e “i loro
occhi erano incapaci di riconoscerlo”. Poiché molti di questi cristiani non
vengono in chiesa, i membri del movimento vanno da loro e camminano con loro
lungo la via come ha fatto il Signore, li ascoltano, li ri-evangelizzano e li
portano alla comunione con il Signore e al desiderio della comunità. Una volta
che i loro occhi si sono aperti essi decidono di rimanere - o tornare - al
proprio paese e alla propria chiesa e diventare nuovi missionari. Ma affinché
questa conversione duri, essi vengono invitati a una vita di comunità, in cui
ricevono ulteriore insegnamento e amicizia per divenire testimoni e perfino
martiri, per il potere dello Spirito Santo e attraverso una vita di adorazione e
preghiera. Ciò che possiamo affermare e osservare tra questi nuovi movimenti
non è soltanto una nuova vitalità nei confronti della preghiera e
dell’evangelizzazione, ma, ancor più importante, una capacità di ispirare un
gran numero di uomini e donne, giovani e non, a restare nei propri paesi come
missionari, e a servire le Chiese locali con zelo e obbedienza. È quindi
cruciale - perfino vitale - che vescovi e presbiteri comprendano che questi
nuovi movimenti ecclesiali stanno operando nella Chiesa e per la Chiesa, e che
il loro contributo non rappresenta una minaccia, bensì un arricchimento
all’impegno della Chiesa nel catechizzare i fedeli e preservare la presenza
cristiana nel Medio Oriente. Per questo motivo occorre in particolare che i
vescovi sostengano e promuovano tali iniziative e, all’occorrenza, offrano a
questi nuovi movimenti ecclesiali l’aiuto teologico e spirituale che a loro manca.I discepoli di Emmaus sono tornati pieni di speranza, la speranza su cui si è fondata la Chiesa. Possiamo anche noi tornare alle nostre situazioni locali pieni di speranza in questa stagione in cui lo Spirito è all’opera in modo nuovo per rinnovare la Chiesa - come è stato descritto dal nostro amato Papa Benedetto nel suo saggio sul Locus dei Movimenti Ecclesiali nella Chiesa oltre 12 anni fa - e nella sua profetica convocazione di questo sinodo speciale. Cristo è lo stesso ieri, oggi e per sempre!”