Andare
per presepi nel tempo di Natale è tradizione e muove tanta gente. I nostri
paesi sono ricchi di presepi meccanici e viventi. Quello che colpisce
maggiormente è che gli organizzatori di questi eventi tutti gli anni
principiano un presepe nuovo. Chi si dedica al presepe ha il gusto di farlo e
chi non lo fa più gli manca da morire. Da’ molte soddisfazioni vedere i bambini
recarsi a visitarli o farne parte nei presepi viventi come figuranti. Il
presepe dunque come prodotto culturale muove cuori e menti ed unisce braccia ed
idee. L’amico giornalista di San Miniato Fabrizio Mandorlini da
anni si occupa di Terre di Presepi collegando e sostenendo in Toscana tutti
quegli eventi che si muovono intorno al presepe. Per dieci anni ho organizzato
a Montepulciano il presepe vivente con più di sessanta figuranti e tanti
animali ed il solo ricordo crea ancora in me tanta emozione. L’amica e
collega Emanuela Limoni, artista e curatrice di tanti eventi legati ai bambini,
mi ha chiesto di condividere le sue riflessioni sul presepe di Abbadia di
Montepulciano. Da “amica del presepe” di cuore accolgo la sua richiesta.
Il termine presepe
significa greppia, mangiatoia. San Francesco d’Assisi nell’anno 1223 desidera
fortemente celebrare nel miglior modo possibile la nascita di Gesù a
Greccio, quel piccolo paese che gli ricordava Betlemme. Con l’aiuto dei
confratelli, tra cui frate Giovanni, fece costruire una mangiatoia e ci fece
portare un bue e un asinello. Arrivata la vigilia, per l’evento si
radunarono molti frati e accorse festante, con fiaccole e candele
per illuminare la notte, tanta gente anche dai paesi vicini. Mentre il
Santo d’Assisi parlava profondamente commosso alla gente della nascita del Re
povero, Giovanni vide apparire dentro alla mangiatoia un bellissimo bambino e
Francesco chinarsi e stringerlo al petto con tutte e due le braccia.
Fu un grande miracolo! Ed altri ne
seguirono, come quello della paglia di quel presepio che dal quel giorno servì
a sanare in modo prodigioso le malattie degli animali. Quella notte tutti i
presenti tornarono a casa pieni di gioia. Fu cosi che Francesco per la prima
volta rappresentò ciò che accadde a Betlemme in quella Notte Santa.
Ad Abbadia di Montepulciano un
piccolo gruppo di volontari ha esposto in alcuni ambienti della canonica
della Parrocchia di S. Pietro Apostolo, totalmente ripuliti e restaurati che in
passato custodivano grano, olio e vino, un presepe meccanico ideato e costruito
interamente da loro. Questo presepe è degno di nota, un vero capolavoro come
quello dello scorso anno. Il tema scelto è stato quello inerente il
cinquecentenario della prima posa della pietra per la costruzione a
Montepulciano del tempio di San Biagio (1518-2018) ad opera di Antonio da
Sangallo il Vecchio. É stato riprodotto in legno, attraverso un lavoro preciso
e minuzioso, il tempio a croce greca e la grande cupola in rame. Il tempio
ruota al centro della scena, quasi a vigilare sul miracolo della vita, la
nascita di un bambino, il Salvatore del Mondo. Maria e Giuseppe in trepida
contemplazione del Bambino sono collocati sotto una capanna a sinistra, di chi
entrando ammira questo spettacolo, mentre a destra sono collocate le fonti di
Pescaia dove si recarono le fantesche a lavare i panni il giorno che
assistettero al miracolo della Vergine che chiudeva ed apriva loro gli
occhi. Sullo sfondo minuziosamente é collocato il paese di Montepulciano
con i suoi tetti e campanili perfettamente riconoscibili.
Sia la Scuola dell’Infanzia che
la Scuola Primaria di Abbadia si sono recate in visita e le riflessioni a cuore
aperto degli alunni davanti a tanta meraviglia sono state molte: … La
visita del presepe è stata emozionante, quando ho visto il presepe ho
visto una grande bellezza ed ho provato felicità ed emozione. Ho sentito anche
la pazienza delle persone che hanno dedicato il loro tempo libero a costruire
qualcosa di meraviglioso…, ... Appena entrata nella stanza del presepe sono
rimasta stupita perché ho visto l’acqua della fonte e le luci che si
accendevano di giorno e si spegnevano di notte….. …..Il presepe che ho vista
stamani era cosi bello che le statue mi sembrava prendessero vita…. In una
società che va sempre e perennemente di corsa, i bambini, generazioni future,
hanno bisogno di una educazione al bello e al vero, di una sensibilizzazione a
saper apprezzare le varie forme d’arte come il presepe che è un prodotto
culturale, oltre che la rappresentazione della nascita di Gesù, che per i
cristiani cattolici è il Verbo fatto carne. Un grazie speciale,
conclude Emanuela, va a tutte le persone di buona volontà che hanno
realizzato questo capolavoro... …ed,
aggiungo io, a tutti coloro che continuano a portare avanti la tradizione
di fare il presepe anche con tante difficoltà ed enormi fatiche.