C’era una volta Giucca
un bambino nato sciorno. Viveva con la sua mamma ed erano più poveri di
Pipetta. E siccome senza lilleri ‘un si lallera un giorno la sua mamma gli
disse:
-Giucca, prendi la
porta e andiamo a fa’ fortuna!
Il bambino che capiva
sempre tutto all’incontrario scardinò la porta e la seguì.
Per la strada la donna
si accorse che non lo aveva dietro e desolata esclamò:
-Accident’a’sciorni… quanto
sei scimunito figlio mio!
Camminarono tutto il
giorno e all’imbrunire stanchi ed affaticati decisero di salire su di un albero
e passare la notte lì. Giucca si portò dietro la porta, deciso a non lasciarla
a terra.
Al sicuro tra le fronde
si appisolarono fino a che non sopraggiunsero sotto la pianta due loschi uomini
che si sedettero e si misero a contare tanti quattrini. La donna sospettò che potevano
essere dei ladri.
-Zitto, zitto il mi’
cittino se ci scoprono ci pienano di botte – sussurrò a Giucca.
Il bambino annuì, per
fortuna aveva capito!
Non passarono però
nemmeno dieci minuti che Giucca disse alla mamma:
-Mammaaaa, mi scappa la
pipì!
- Figlio mio proprio
ora?!? –bisbigliò la donna- Non la fa’, ti prego, non la fa’!!!
- Mi scappa tanto e la
fo!!! – rispose Giucca e la fece lunga,
lunga.
L’omaccio, da sotto,
sentono cascare delle gocce, pulendosi con un fazzoletto lercio esclamò: - Che
casca la rugiada? – e si rimise a contare i soldi di buzzo bono.
Dopo poco Giucca disse
ancora alla donna:
-Mammaaaa, mi scappa la
cacca!
- Figlio mio anche la
popò ora?!? –bisbigliò la donna- Non la fa’, ti prego, non la fa’!!!
- Mi scappa tanto e la
fo!!! – rispose Giucca e la fece
sciolta, sciolta.
L’altro omaccio, da
sotto, sentono cascare quella roba, esclamò: - Che casca la melata? – e
scostatosi si rimise a contare i soldi senza
più fiatare.
Sul far del mattino
Giucca disse alla sua mamma:
-Mammaaaa, mi scappa la
porta!
-Quello no! – rispose
la donna- Trattienila ora è la volta bona che si accorgono di noi e ci ammazzano!
- Mi scappa, ‘un ce la
fo più a tenerla sopra il capo e la butto giù!!! – rispose Giucca e la gettò.
La porta cadde precisa sopra
la testa di entrambi i ladri che tramortiti ed accoppati urlarono:
-CI SO’ GLI SPETTRI!!!
CI SO’ GLI SPETTRI!!! – e trampelloni se la dettero a gambe verso il
fitticchiume lasciando il sacco dei quattrini sotto la pianta.
Quel tesoro fu una
manna dal Cielo per Giucca e la sua mamma perché appena scesi dall’albero lo
presero contenti come pasque. Madre e figlio non andarono più in giro per il
mondo in cerca di fortuna ma tornarono a casa con l’uscio sulla testa
naturalmente.