Venerdì 24 maggio la Famiglia Domenicana
di Montepulciano ha ricordato con una solenne celebrazione la traslazione dei
resti mortali di S. Domenico. Si è rinnovato, come tutti gli anni, lo scambio
fraterno con l’Ordine Francescano: celebrava un padre Cappuccino della
Maddalena. Il 24 maggio è una data
importante per i consacrati e i laici dell'Ordine domenicano, perché in questa
data si ricorda la traslazione del corpo del fondatore, Domenico di Guzman
(1170-1221), avvenuta il 24 maggio 1233. Il corpo oggi riposa nella basilica di
San Domenico a Bologna, in una straordinaria arca marmorea, monumento
sepolcrale a cui collaborarono vari artisti, primo fra tutti il sommo scultore
Nicola Pisano, autore anche del pulpito del Duomo di Siena. San Domenico di Guzman
quando fu vicino a morire, manifestando la sua precisa volontà, esclamò: “A Dio
non piaccia ch’io sia sepolto in altro luogo, che non sia sotto i piedi dei
miei Frati!”. Era un’espressione di sincera umiltà e di tenero affetto verso i
suoi figli, dai quali neppure da morto voleva essere separato. Così fu fatto.
Ma l’umile tomba, povera e disadorna, attirava molte persone e su di essa si
moltiplicavano grazie e miracoli. Si pensò allora di trasportare i preziosi
resti in luogo più degno. Questa prima traslazione fu fatta il 24 maggio del
1233, martedì di Pentecoste. Erano presenti molti Vescovi, illustri personaggi,
il Beato Giordano, successore di San Domenico e più di trecento frati. Appena
fu smossa la pietra sepolcrale un odore soavissimo cominciò a diffondersi. Il
sacro corpo fu trasportato in un’apposita cappella e chiuso in un semplice
monumento di marmo. Nel 1267 si volle arricchire la tomba di sculture, e quindi
di nuovo le reliquie del glorioso Patriarca furono rimosse. Il 15 febbraio 1383
fu ancora aperta la cassa per toglierne il capo e riporlo in un prezioso
reliquiario. In questa data sulle reliquie del santo fu effettuata una
ricognizione, per volontà del maestro generale dei predicatori, il Beato
Raimondo da Capua, già confessore e biografo di Santa Caterina da Siena e di S.
Agnese. Nel 1473 il monumento fu rinnovato, e per opera di Niccolò Pisano è
divenuto uno dei più bei monumenti sepolcrali. Altre traslazioni, senza però
aprire la cassa, ci furono l’11 novembre 1411 e il 25 aprile 1605, quando fu
definitivamente trasferito nella sede attuale. Il 23 agosto 1946 quei preziosi
resti furono riportati con solenne pompa nell'artistica arca, erano stati
tolti, il 17 aprile 1943, durante l’infausto periodo della II guerra
mondiale.
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