Il comitato di partecipazione di Gracciano Agorà sta raccogliendo firme
affinché l’Ufficio Postale dalla frazione di Montepulciano sia riaperto secondo
la scansione settimanale di tre giorni su sei. L’emergenza coronavirus ha
concentrato in un solo giorno a settimana questo servizio creando, a detta dei
residenti, lunghe file allo sportello con conseguenti disagi per l’utenza e
sovra carico per il personale. Lo stesso Sindaco di Montepulciano Michele
Angiolini, tramite un post su Facebook, fa presente alla cittadinanza: “Ho
ricevuto da Poste Italiane la risposta alla mia lettera del 26 giugno con cui
chiedevo il ripristino di tutti i servizi erogati prima
dell’emergenza-coronavirus, in tutti gli uffici presenti sul territorio
comunale. Con mia grande sorpresa, Poste Italiane afferma, tra l’altro, che gli
uffici di Acquaviva, Gracciano e Valiano sono stati sottoposti a controlli
(“monitorati”) dai quali non sono emerse criticità”. Poste Italiane, come tutti
gli altri Enti nazionali o privati al servizio del cittadino, ha compiuto un
grande sforzo organizzativo e logistico con l’intento di offrire i servizi in
sicurezza all’utenza e ai propri dipendenti, ma ora è tempo di ripristinare
dato che è un’infrastruttura vitale per il sistema dello Stato. I servizi che
offrono gli uffici postali sono necessari e non voluttuari. Sono operazioni,
anche le più ordinarie, impegni che il cittadino non può disattendere pena
l’aggravio di spese e oneri su quanto eventualmente non pagato alle scadenze
previste. Il Sindaco Angiolini con lo stesso post fa inoltre presente: “… la
dirigenza delle Poste sottolinea che le soluzioni adottate non sono definitive,
dà atto che, proprio a seguito della mia richiesta, il suddetto monitoraggio
proseguirà con costanza al fine di programmare definitivamente la data
dell’aumento dell’offerta degli Uffici”. - Ci auguriamo – affermano gli
abitanti di Gracciano - che il suddetto monitoraggio porti i suoi buoni frutti
e non diventi una ridefinizione ridotta di questi servizi essenziali.
Lettori fissi
giovedì 16 luglio 2020
sabato 13 giugno 2020
Mia cara Montepulciano....
Silvana, una cara amica che vive in Canada, ma possiede una casa a Montepulciano ha voluto scrivere due poesie e dedicarle a Montepulciano al tempo del COVID -19. Da Lontano ci ha seguito sul web sentendosi vicina alla sua cara Montepulciano. Si è voluta servire di questo blog per parteciparle ai lettori
Fase uno...Tutto chiuso
Questo sì che è
molto bellino!
Fase uno...Tutto chiuso
Nebbia fissa,
fiocchi di neve
giù di sotto
San Biagio non si vede.
Piazza Grande
melanconica
turisti,
artisti e registi, son’ spariti.
Vie di
Gracciano, di Voltaia, e dell’Opio..
del
futur pensierose.
Usci puliti,
case silenziose,
e il Nobile
aspetta la degustazione.
Restate a
casa! - il Sindaco della Perla raccomanda -
Perché è
questo maladetto virus che ci comanda!
Giorni,
settimane, mesi lunghi
gli occhi d’
Angiolini non son’ mai chiusi.
Mascherine via
come il pane.
A
Nottola guanti, disinfettanti….
ma, per
fortuna, pochi malati!
E i vecchi non
li avete abbandonati.
Fase Due
...Piano riapertura
Profumo di
caffè ai bar del Poliziano
e i
parrucchieri pronti a togliere gli anni.
Autocertificazione
nel cestino.
Sul banco
tornerà anche lo zaino
e sulla lavagna
un Buongiorno agli alunni.
Ma strette di
man’ ancor’ non si fanno.
E la Botte in
salita, sarà per un altr’anno.
Silvana
Saccomani.
martedì 9 giugno 2020
Gli Insegnanti salutano gli Alunni delle classi quinte della Scuola Primaria di Montepulciano
Si è appena concluso un anno scolastico che nessun insegnante avrebbe mai immaginato di dover sperimentare... per portare avanti la didattica, favorire gli apprendimenti e la nostra vicinanza, a fianco dei genitori che ringraziamo infinitamente, siamo stati operativi ed attivi soprattutto con il digitale e la tecnologia. Al termine di un percorso scolastico durato cinque anni ci salutiamo utilizzando queste parole e le affidiamo alla tecnologia per farvele arrivare ....ma continueremo a sognarvi...
Carissimi Bambini/e,
questi cinque anni
passati insieme sono stati speciali. Voi ci avete insegnato tante cose.
Speriamo di avervi fatto scoprire qualcosa di importante e di utile per la
vostra vita. Siete stati per noi una classe
speciale. Abbiamo condiviso tante esperienze belle e travolgenti ed anche per
questo non vi dimenticheremo mai. In questi anni vi abbiamo pensato molto:
eravate il primo pensiero al mattino e l’ultimo alla sera prima di andare a
dormire. La maggior parte di ciò che abbiamo vissuto lo custodiremo in noi come
un grande dono. Ci mancherete. Vi
scriviamo pensando a quel che da settembre avverrà, in un tempo della vostra
vita che non ci vedrà più fisicamente accanto a voi. Quando andrete alla Scuola
Secondaria di I grado vi ciminterete in nuove sfide e vi accosterete a nuove
scoperte. Non temete di ricordare tutte le fatiche che avete superato in
passato; i risultati che avete raggiunto vi hanno rafforzato e gratificato. Con
il vostro impegno e la vostra tenacia siete riusciti a fare tanto ma molto
ancora dovrete fare.
Vi auguriamo di essere
sempre circondati da amici con cui andare lontano. Colorate la vostra e
l’altrui vita di sorrisi. Siate sempre felici, conquistatevi la felicità giorno
dopo giorno.
Non escludete mai nessuno,
ma siate accoglienti, collaborativi, giusti e tolleranti.
Scoprite quale posto
volete occupare nel mondo senza la presunzione di voler essere importanti, ma
abbracciando la mitezza, l’umiltà e la semplicità senza assomigliare a degli stereotipi
ma cercando di essere sempre voi stessi perché ognuno di voi è unico ed
irripetibile.
Curate e coltivate le
vostre passioni vi aiuteranno a realizzarvi nella vita. Non accontentatevi del
superfluo e delle banalità, portate avanti i vostri progetti. State lontano da
ciò che è negativo e dannoso per voi, impegnatevi a realizzare ciò in cui
credete.
Noi continueremo a
sognarvi perché come diceva un pedagogista: - Ciascuno cresce solo se sognato!
Questo non è certamente
un addio perché potrete sempre contare su di noi. Sapete dove trovarci.
Pensateci ogni tanto! Portateci nella vostra memoria, abiteremo lì in un angolo
recondito dei vostri ricordi, ma occupando questo posto privilegiato, saremo
sempre lì accanto a voi tutte le volte che progetterete, vi realizzerete…
Siate persone capaci di
amare. Vi ricordate la frase con la quale ci siamo conosciuti il primo giorno
della I elementare quando abbiamo iniziato il nostro viaggio? “Il segreto dell’educazione è l’amore” vi
dicemmo. La piantina che vi donammo il primo giorno di scuola continuerà a
crescere!
Vi salutiamo con un
inteso abbraccio come la vita che
sogniamo per voi.
Con amore,
I vostri Insegnanti
giovedì 30 aprile 2020
LA FIERA DEL I DI MAGGIO NEL TEMPO E AL TEMPO DEL CORONAVIRUS
Gli Statuti di Montepulciano del 1337 sono una fonte preziosa per rintracciare
la nostra memoria storica. A proposito della Fiera del I° di maggio si legge
nel I° Statuto:
XXXII – FIERA DELLA FESTA DELLA BEATA AGNESE- RUBRICA
Si è stabilito e si ordina che il
primo di maggio, quando si usa celebrare la festa della beata Agnese, già
badessa del monastero di Santa Maria Novella fuori porta di Gracciano, e il giorno precedente e quello
seguente si tenga una fiera di bestiame, mercanzie e altre cose presso il
monastero, nella zona circostante il monastero stesso, nella città di
Montepulciano e negli altri posti dove sembrerà opportuno ai signori Cinque. Si
facciano bandi per la città di Montepulciano dieci giorni prima dello
svolgimento di questa fiera e i signori Cinque la notifichino con lettere del
comune alle terre e alle città vicine e circostanti perché tutti quelli che
vogliono prendere parte a questa fiera possano farlo liberamente e in
sicurezza, arrivando, fermandosi e tornando indietro con le loro cose per tutto
il periodo suddetto. Rappresaglie e debiti di qualunque tipo non potranno
essere di ostacolo alla partecipazione, né si potranno fare sequestri di cose o
arresti di persone contro chi partecipa alla fiera. Non potranno però godere di
tali garanzie i banditi per malefizio del comune di Montepulciano ,
i falsari, gli scippatori, i ladri e altra gente di cattiva fama e condizione. In occasione di questa fiera si eleggano,
allo scopo di rendere giustizia, ufficiali e custodi della fiera, con salario e
dotazione identici a quelli previsti per la fiera di San Giovanni nel mese di
agosto.
Al IV LIBRO DEL SIGNOR SINDACO
SUI CASI STRAORDINARI si legge inoltre:
CLXXXI OFFERTE DA FARE PER LA FESTA DI
SANT ’AGNESE –RUBRICA
Si è stabilito che al primo di maggio,
giorno nel quale è antica usanza celebrare la festa di Sant’Agnese, un tempo
badessa del Monastero di Santa Maria Novella fuori porta di Gracciano, siano
fatte offerte a questo monastero nel modo seguente. Nel giorno della festa i
signori Cinque insieme con il signor
podestà, il signor sindaco, il giudice e l’assessore e gli altri pubblici
ufficiali forestieri del comune dovranno recarsi alla Chiesa del Monastero con
un cero adeguato, del peso che sembrerà opportuno ai signori Cinque. E anche i
rettori di ognuna delle contrade e frazioni, nel giorno della festa, dovranno
recarsi alla chiesa con un cero del peso che sembrerà loro conveniente per
offrire il cero stesso.
Dai libri agiografici su S.
Agnese e dalle Cronache del Santuario si
specifica:
CULTO E MEMORIE DI S. AGNESE
S. Agnese fu solennemente
canonizzata il 12 maggio 1726 dal santo papa domenicano benedetto XIII, ma si
cominciò a solennizzare da subito la Santa Poliziana il I° maggio con grande concorso
di popolo, anche se non si poteva dire l’ufficio e la messa in suo onore. Concessione
quest’ultima fatta da papa Clemente VII nel 1522.
LE TRE CHIAVI
Il corpo di S. Agnese circondato
di crescente venerazione dai poliziani nel 1539 fu traslato all’altare maggiore
dalla stanza della Santa, dove era custodito dall’epoca della morte. Fu in
questa occasione che fu messo un altro bellissimo cofano di legno scolpito ed
dorato con sopra la statua giacente della Santa. Il cofano in legno di noce
intarsiato. Si legge infatti nel libro scritto dal Padre Sordini Mariani nel 1606 si
ordinò che si facesse una cassa grande di noce à foggia di sepolcro, con alcuni
intagli messi à oro, e di dentro rigiratola dun’ ermisino incarnato, vi
collocarono per mano dei padri di quel Convento il Corpo di S. Agnesa: e di
sopr’alla cassa, vi posero una statua rappresentante S. Agnesa morta, in abito
di Monaca di S. Domenico, E acciò si conservasse quel corpo in maggior
venerazione, si formò un Decreto fra la Religione (Ordine Domenicano), e la comunità
che si facessero tre chiavi; quella di mezzo che è la principale la tenessero i
Padri come legittimi possessori de’ quali è il Dominio diretto di tanta
Reliquia, e l’altre due le tenessero i Rappresentanti della Comunità, di cui è
la protezione dell’istessa.
Dalle Cronache si legge che il
Consiglio di Montepulciano decise nel 1604 di aprire la cassa di noce che
conteneva il corpo mortale di S. Agnese tre volte l’anno: per l’Assunta (15
agosto), il 20 di aprile (festa solenne di S. Agnese), e il I° di maggio (festa
popolare di S. Agnese), ma i padri contrariati dichiararono di non sentirsi
legati a queste limitazioni e che avrebbero aperto la cassa che conteneva il
corpo della Santa, sentito il parere favorevole della parte civile, tutte le
volte che fosse stato necessario in qualsiasi momento dell’anno come fu fatto
la stessa sera della discussione quando arrivarono due confratelli da Siena e
desiderarono vedere S. Agnese e glielo permisero. Si arrivò dunque ad un
accordo tra i padri e la Comunità.
Le tre chiavi, usate simbolicamente per aprire l'urna della Santa da un Padre Domenicano, dal Sindaco e dal Reggitore delle Contrade, rappresentano, oggi più che mai, tutto il popolo poliziano. Sono segno indiscutibile di speranza, di unione, di appartenenza di un'intera Comunità comunale. Una tradizione che si rinnova ogni anno e va oltre un mero significato storico folcloristico.
La fiera del I° di maggio, diversamente da quella più importante dedicata ad agosto S. Giovanni Decollato che durava 5 giorni, è rimasta nel tempo. È la stessa la motivazione per cui viene indetta: a onore di S. Agnese, vanto del popolo poliziano. È la stessa la collocazione: intorno al Santuario Agnesiano. È diversa la durata: oggi si colloca in una sola giornata, un tempo in tre. È stata recuperata da alcuni anni la cerimonia delle Tre Chiavi inserendola negli Statuti delle Contrade come momento importante e significativo per l’intera Comunità cittadina e l’usanza di dare, il I° di maggio oltre che il 15 agosto, l’acqua di S. Agnese per i malati nel corpo e nello spirito. Non ci è dato sapere da dove provenisse quest’acqua: dai Bagni di S. Agnese a Chianciano Terme? Dal pozzo che era collocato nel chiostro del Santuario Agnesiano? Sappiamo che veniva benedetta, ce lo scrive il Padre Sordini Mariani nel 1606, con la crocettina appartenuta a Gesù Bambino oggi custodita nel Santuario Agnesiano ed avuta da S. Agnese durante una visione la notte dell’Assunta. Solo quest’anno per l’imperversare della pandemia del coronavirus, la fiera non viene svolta. Per i poliziani e non solo era un appuntamento importante, calendarizzato nel cuore. Mi sono chiesta se in altri momenti storici, guerre, epidemie … abbia subito delle interruzioni. Sarebbe interessante saperlo.
Le tre chiavi, usate simbolicamente per aprire l'urna della Santa da un Padre Domenicano, dal Sindaco e dal Reggitore delle Contrade, rappresentano, oggi più che mai, tutto il popolo poliziano. Sono segno indiscutibile di speranza, di unione, di appartenenza di un'intera Comunità comunale. Una tradizione che si rinnova ogni anno e va oltre un mero significato storico folcloristico.
La fiera del I° di maggio, diversamente da quella più importante dedicata ad agosto S. Giovanni Decollato che durava 5 giorni, è rimasta nel tempo. È la stessa la motivazione per cui viene indetta: a onore di S. Agnese, vanto del popolo poliziano. È la stessa la collocazione: intorno al Santuario Agnesiano. È diversa la durata: oggi si colloca in una sola giornata, un tempo in tre. È stata recuperata da alcuni anni la cerimonia delle Tre Chiavi inserendola negli Statuti delle Contrade come momento importante e significativo per l’intera Comunità cittadina e l’usanza di dare, il I° di maggio oltre che il 15 agosto, l’acqua di S. Agnese per i malati nel corpo e nello spirito. Non ci è dato sapere da dove provenisse quest’acqua: dai Bagni di S. Agnese a Chianciano Terme? Dal pozzo che era collocato nel chiostro del Santuario Agnesiano? Sappiamo che veniva benedetta, ce lo scrive il Padre Sordini Mariani nel 1606, con la crocettina appartenuta a Gesù Bambino oggi custodita nel Santuario Agnesiano ed avuta da S. Agnese durante una visione la notte dell’Assunta. Solo quest’anno per l’imperversare della pandemia del coronavirus, la fiera non viene svolta. Per i poliziani e non solo era un appuntamento importante, calendarizzato nel cuore. Mi sono chiesta se in altri momenti storici, guerre, epidemie … abbia subito delle interruzioni. Sarebbe interessante saperlo.
sabato 4 aprile 2020
A PESTE, FAME ET BELLO.. LIBERA, NOS DOMINE!
Questi ultimi tempi
funesti ci riportano alla memoria le rogazioni cadute in disuso e affievolitesi
nella tradizione, ma inserite nel benedizionale revisionato nel 1984 da San Giovanni Paolo II. Queste processioni di fedeli, unitamente al sacerdote,
parato rigorosamente di viola, si muovevano solitamente verso le campagne e non solo per invocare la
protezione divina. Erano processioni penitenziali e di intercessione durante le
quali i fedeli partendo sempre dalla chiesa si recavano verso un particolare
punto recitando preghiere di gruppo, le Litanie dei Santi e terminando con
invocazioni specifiche per favorire buoni raccolti, per placare i fenomeni
atmosferici, per debellare terremoti, guerre e
pestilenze. In cima al corteo erano
collocate le Confraternite maschili con
le loro insegne, seguiva il clero, poi le donne ed i bambini infine gli
uomini. - “A fulgure et tempestate” (dai
fulmini e dai temporali) – cantava il sacerdote impugnando la croce astile
verso i quattro punti cardinali - “ Libera, nos Domine”! ( Liberaci, o Signore!) - rispondevano i fedeli.
Le rogazioni collocate il
25 Aprile si dicono “maggiori”, hanno origini molto antiche, sicuramente
pagane, ed erano propiziatorie per i raccolti. Papa Liberio, il Concilio di Orleans e Papa Gregorio Magno
cristianizzarono queste pratiche religiose aggiungendo l’astensione dal lavoro
per le fantesche ed i servi che avrebbero potuto dedicarsi e partecipare ai giorni di preghiera e di digiuno. Le
rogazioni “minori” invece erano collocate tre giorni prima della solennità
dell’Ascensione, nel rito latino, ed otto giorni prima l’ascesa di Gesù al
Cielo, nel rito ambrosiano. Erano nate in Francia perché nell’anno 474 d. C.
quel Paese fu piagato da varie calamità naturali e da un terremoto. Il Vescovo
chiese al popolo di iniziare tridui di preghiere accompagnati da digiuni e
processioni penitenziali. Questa proposta del Vescovo fu chiamata “rogazione”
per indicare una proposta di legge nata dal popolo. - A peste, fame et bello!
(dalla pandemia, dalla fame e dalla guerra!) – recitava il sacerdote – Libera,
nos, Domine! (Liberaci, Signore!) rispondevano tutti, oggi come allora!
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