Questi ultimi tempi
funesti ci riportano alla memoria le rogazioni cadute in disuso e affievolitesi
nella tradizione, ma inserite nel benedizionale revisionato nel 1984 da San Giovanni Paolo II. Queste processioni di fedeli, unitamente al sacerdote,
parato rigorosamente di viola, si muovevano solitamente verso le campagne e non solo per invocare la
protezione divina. Erano processioni penitenziali e di intercessione durante le
quali i fedeli partendo sempre dalla chiesa si recavano verso un particolare
punto recitando preghiere di gruppo, le Litanie dei Santi e terminando con
invocazioni specifiche per favorire buoni raccolti, per placare i fenomeni
atmosferici, per debellare terremoti, guerre e
pestilenze. In cima al corteo erano
collocate le Confraternite maschili con
le loro insegne, seguiva il clero, poi le donne ed i bambini infine gli
uomini. - “A fulgure et tempestate” (dai
fulmini e dai temporali) – cantava il sacerdote impugnando la croce astile
verso i quattro punti cardinali - “ Libera, nos Domine”! ( Liberaci, o Signore!) - rispondevano i fedeli.
Le rogazioni collocate il
25 Aprile si dicono “maggiori”, hanno origini molto antiche, sicuramente
pagane, ed erano propiziatorie per i raccolti. Papa Liberio, il Concilio di Orleans e Papa Gregorio Magno
cristianizzarono queste pratiche religiose aggiungendo l’astensione dal lavoro
per le fantesche ed i servi che avrebbero potuto dedicarsi e partecipare ai giorni di preghiera e di digiuno. Le
rogazioni “minori” invece erano collocate tre giorni prima della solennità
dell’Ascensione, nel rito latino, ed otto giorni prima l’ascesa di Gesù al
Cielo, nel rito ambrosiano. Erano nate in Francia perché nell’anno 474 d. C.
quel Paese fu piagato da varie calamità naturali e da un terremoto. Il Vescovo
chiese al popolo di iniziare tridui di preghiere accompagnati da digiuni e
processioni penitenziali. Questa proposta del Vescovo fu chiamata “rogazione”
per indicare una proposta di legge nata dal popolo. - A peste, fame et bello!
(dalla pandemia, dalla fame e dalla guerra!) – recitava il sacerdote – Libera,
nos, Domine! (Liberaci, Signore!) rispondevano tutti, oggi come allora!
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