A Teramo é nato un gruppo di “piccoli ciceroni” che si contraddistingue da magliette
coloratissime. Questi ragazzi sono dei veri e proprio accompagnatori turistici
che immergono il visitatore nella cultura e nella storia locale. Il progetto
“Raccontiamo…”, dove per i puntini sta il nome del paese o della città, nasce
in perfetta sinergia tra scuole, comuni ed uffici turistici. Tale iniziativa
intende coniugare la conoscenza dei beni storico-culturali presenti nel
territorio, l’entusiasmo, l’emozione, l’impegno di queste giovani mini guide
che anche con l’uso di supporti elettronici, propri della comunicazione
multimediale, possono offrire maggiori e migliori sevizi. Oggi più che mai
abbiamo bisogno di cittadini dotati di abilità di osservazione e di analisi dei
segni del passato, di capacità cognitive adatte a connettere il presente ed il
passato dello spazio vissuto. Questi sono piacevoli sevizi estivi perché i giovani si sentono valorizzati,
impegnati in qualcosa di utile e bello per il loro paese. Conoscono altresì il
loro territorio, maturano un preciso senso estetico, si formano culturalmente e
storicamente e favoriscono l’integrazione culturale. L’Europa favorisce questi
percorsi dando delle precise indicazioni perché rientrano a pieno titolo nel
processo educativo permettendo agli alunni di oggi, futuri cittadini di domani,
di aprire gli occhi, la mente e l’immaginazione. Perché non farlo anche da noi
a Montepulciano?
Lettori fissi
giovedì 31 luglio 2014
lunedì 14 luglio 2014
LA GIOSTRA DEL SARACINO DI MONTEPULCIANO
A Montepulciano, sul verdissimo prato del Tempio di San Biagio, domenica 13
luglio, è stata rievocata la Giostra del Saracino. Il torneo cavalleresco
attira sempre molti visitatori e poliziani presi dall’atmosfera singolare e
festosa. L’antica competizione cavalleresca affonda le sue origini nel Medioevo
e consiste nel colpire un bersaglio posto nello scudo del Buratto, un automa
girevole che impersonifica il “Re delle Indie”, con un colpo di lancia al
termine di una veloce carriera a cavallo. Il tutto senza farsi colpire dal
mazzafrusto imbracciato dal Buratto che viene azionato da un meccanismo a
molla. Agli inizi probabilmente questo tipo di cavalcare contro un fantoccio
era un vero e proprio esercizio militare poi lentamente prese i connotati di
manifestazione durante la quale si sfidavano i cavalieri in particolari
celebrazioni o semplicemente per dimostrare la propria abilità. A Montepulciano
i rioni a sfidarsi alla Giostra del Saracino sono quattro: S. Pietro, S.
Benedetto, S. Bartolomeo e S. Biagio, quest’ultimo pare non aver vinto mai. In
questa edizione dedicata a San Benedetto ha visto il rione omonimo vincere il
particolarissimo e bellissimo drappo dipinto dall’artista poliziano Giampiero
Della Lena in arte Stranarte Montepulciano. Da sempre un artista
istintivo, fin dalla tenera età ha coltivato la passione della pittura
creativa. Spesso realizza le sue opere con tecniche non comuni, utilizzando gli
effetti materici con impasti ottenuti da sabbie naturali, ottenendo cosi delle
sfumature che solo la naturalezza dei materiali impiegati sa dare.
Prevalentemente si occupa di interventi nel settore dell’edilizia tipica del
nostro territorio con rifacimento delle decorazioni che nell’epoca arricchivano
le facciate dei centri storici, gli interni delle case padronali e
personalizzando gli ambienti con quel fascino e quella ricercatezza tipica di
chi conosce e ama le finiture del passato. E’ già da due anni consecutivi che
dipinge il panno per la Giostra del Saracino di Montepulciano. I cavalieri
invece, abilissimi giostratori, provenivano con i loro cavalli dalla Giostra
del Saracino di Sarteano che non ha niente da invidiare a quella di
Arezzo. L’evento di domenica a
Montepulciano, riuscito molto bene malgrado il tempo un po’ capriccioso, ha visto sinergicamente lavorare insieme più
realtà: la Parrocchia, la Contrada delle Coste e l’Associazione del Saracino di
Montepulciano. Un plauso dunque va a tutti ma in particolare agli organizzatori
della Giostra del Saracino di Montepulciano che come sempre, ormai da alcuni
anni, colorano una domenica dell’estate poliziana.
lunedì 7 luglio 2014
LA CONTRADA DEL POGGIOLO IN VIAGGIO VERSO LE ORIGINI RICORDA DON MARCELLO
Mi sono chiesta perché
la Contrada del Poggiolo resti simpatica a tutti e mi sono saputa dare subito
una risposta: sin dalle prime origini del Bravio delle Botti ha impersonificato
lo stimato ed amato don Marcello Del Balio. E quello che è bello che a distanza
di quaranta anni dalla prima corsa delle botti la Contrada del Poggiolo è
ancora don Marcello Del Balio. Nell’ascoltare il filmato diretto e montato dai
giovanissimi della Contrada bianco-blu non è mancato mai, nelle frasi dei
vecchi contradaioli intervistati, un
ricordo a lui. Si è verificata una sorta di “corsa” a voler raccontare davanti
al microfono ciò che di lui è rimasto nel cuore e nella mente e non è andato
distrutto con il passare degli anni. Ascoltando questi ricordi, personali e
comuni, si sono mosse dentro di noi forti emozioni ed anche io non ne sono
rimasta immune, versando qualche lacrimuccia. In particolar modo mi ha colpito ciò che ha raccontato sua zia Manfreda che dai
suoi novantaquattro anni portati benissimo ha affermato con gioiosa semplicità:
- Lui aveva me!
Quanta verità in questa
frase! Dietro ad un grande uomo dalle innumerevoli qualità c’è sempre una
“vera” famiglia! Quando infatti gli veniva chiesto qualcosa diceva sempre: -
Sentite la mi’ zia!
La casa della su’ zia
era una sorta di sede della Contrada dove si cucinava, si vegliava, si “scacchionavano”
i polli, perché come ricorda la zia Manfreda, a quei tempi c’era anche da spennarli.
-Sai zia, stanotte ho
dormito poco! – le diceva quando la mattina lei saliva nel suo appartamento.
- E perché? – gli
chiedeva, pur sapendo che non era una novità.
-Ho tenuto i ragazzi
fino alle ore 2.00 (sappiamo tutti che faceva lezione ai giovani gratuitamente
in varie materie), poi, so’ andato a letto, mi so’ addormentato… ma subito dopo
mi so’ svegliato perché m’è venuta l’idea di cuci’ du’ vestiti pel Bravio – e
mentre diceva questo, ricorda la zia, stava attento a dove metteva i piedi
perché il pavimento di casa sua era cosparso di modelli di carta ricavati da
vecchi fogli di giornale.
Ma don Marcello non
aveva solo la zia Manfreda o la sorella Loretta perché lui riusciva a percepire
famiglia anche tutti i suoi parrocchiani di S. Lucia. Il venerdì santo li
invitava a cena e a questo momento conviviale non andava solo il popolo
della Contrada del Poggiolo, ma anche quello di altre Contrade che rientravano
nel territorio parrocchiale. E con questa cena consumata in un momento forte
dell’anno, durante le celebrazioni del triduo pasquale, don Marcello riusciva
nel suo intento di unire il religioso, il sociale, il ricreativo… Aggregava le su’ “percorelle”
intorno a due mense: quella eucaristica e quella conviviale standogli fortemente a cuore
anche il loro beneficio spirituale.
Dunque questo era anche
don Marcello. Le varie Associazioni poliziane con la pregevole comune
iniziativa di intitolargli i giardini della Fortezza sapranno raccontare meglio di me chi era don Marcello anche se tutti
noi lo sappiamo già perché a Montepulciano è diventato un vero e proprio
“mito”.
Io invece,
concedetemelo, lo voglio anche ricordare come mio insegnante di religione alle
elementari. Veniva il mercoledì ed io aspettavo con trepidazione quel giorno
della settimana come penso molti dei miei compagni. Mi incantava il modo come
raccontava le storie a noi bambini, mi piaceva molto il fatto che ci faceva
vedere i filmini e come ci trattava sorridendoci sempre. Lui sapeva stare con
noi e di questo ho cercato di farne tesoro …
La Contrada del Poggiolo
lo ha voluto ricordare inserendolo
pienamente nella ricorrenza dei quaranta anni del Bravio con l’evento “Contrada del Poggiolo: viaggio
alle nostre origini” consapevole che lui è sempre nel cuore di tutti anche in
quello di chi non ha avuto il piacere di conoscerlo ma lo vive nei ricordi
degli altri.
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