“Io prendo te come mia
sposa/o e prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella
salute e nella malattia, e di amarti ed di onorarti tutti i giorni della mia
vita”. Nel giorno in cui la Chiesa ricorda la Santa Famiglia di Nazaret, un po’
ovunque, durante le celebrazioni eucaristiche, sono state rinnovate le promesse
matrimoniali. Momenti di grazia che Papa Francesco ed i Vescovi, vicari degli
Apostoli, sostengono e incitano ad attuare. Durante l’intera giornata nel
Santuario di Sant’Agnese, a più Messe, abbiamo rinnovato le promesse
matrimoniali, pregato e ricordato anche le famiglie della Parrocchia che non
erano presenti. Sono stati attimi bellissimi, densi di preghiera. Del resto la
preghiera trascina, coinvolge, si espande: una coppia cattolica australiana di
passaggio nella nostra chiesa si è unita con molta gioia alla benedizione
rimanendone piacevolmente colpita. Stesse sensazioni provate da un intero
gruppo veneto in pellegrinaggio nel nostro Santuario quando la sera durante la
S. Messa hanno rinnovato le promesse.
- Qual è la ricetta per
restare tutti questi anni insieme? – ho chiesto ad una parrocchiana sposata da
sessanta anni con il suo Francesco.
- Che ti devo dire “popa”
credo Lui! – ha risposto alzando gli occhi al Cielo – Ne abbiamo passate tante,
ma con l’aiuto di Dio le abbiamo sempre superate!
Ho pensato a quella
coppia e conoscendo molte delle vicissitudini familiari ho convenuto che
l’amalgama della loro unione fosse veramente Lui. Noi sposi ci doniamo scambievolmente tutti i
giorni il Dio che è Amore. Il sacramento che ha consacrato l’unione ci aiuta a
realizzare, non senza difficoltà, il matrimonio ogni giorno. Sposarsi è un
nuovo modo di vedere, di sentire, di agire, di comprendere, di pregare insieme…
di aprirsi alla vita. Nel matrimonio
veniamo collocati attivamente nel mondo e ne diveniamo responsabili, andando
cuore a cuore, consapevoli che non è il nostro amore che sostiene il matrimonio,
ma è il matrimonio che “porta sulle spalle” il nostro amore.