La mamma e
il babbo dovrebbero essere quelli che ti prendono per mano da piccoli e ti
guardano da lontano da grandi, sentono quando stai bene e quando stai male, ma
rispettano il tuo silenzio, ti difendono e ti precedono senza che tu lo sappia. I genitori dovrebbero essere per tutti noi
una inesauribile forza sin dalla primissima vita embrionale. In questi ultimi
anni ci stiamo accorgendo di quanto l’infanzia e l’adolescenza, ciascuna
secondo precise caratteristiche talvolta anticipandone persino la comparsa
rispetto all’età anagrafica, stiano dando dei segnali d’allarme rispetto alla
funzione genitoriale. La psicoterapeuta ergoterapista canadese Victoria
Prooday afferma che all'origine dei problemi attuali di molti bambini vi
sarebbero i genitori e l’ambiente circostante. Oggi i bambini
vengono privati delle basi per un’infanzia sana e le caratteristiche peculiari
di questa età non sono più tenute in considerazione. Abbiamo dimenticato che
l’infanzia è più di ogni altra età dell’uomo quel periodo evolutivo dove
educare significa dare inizio ad una storia. I genitori,
“digitalmente distratti” e non emotivamente presenti, sono spesso troppo
indulgenti, approdando al convincimento che ai bambini tutto gli sia dovuto
gratificandoli nell’immediato o giudicano i comportamenti dei piccoli secondo i
parametri degli adulti. Non c’è poi un limite al numero delle figure guida che
ruotano intorno al bambino né in loro una stessa linea di condotta. Sovente
l’alimentazione non é equilibrata e le ore di sonno consumate sono poche. I
bambini, facendo una vita sedentaria dentro casa sono stimolati continuamente
da babysitter tecnologiche ed input non appropriati rispetto all’età
tralasciando movimento e vita all’aria aperta, gioco creativo, interazioni
sociali, opportunità di avere del tempo libero e momenti anche di sana
noia. Questo triste scenario è iniziato
in modo silenzioso ma sempre più rumorosamente può condurre i bambini ad uno
stato emotivo scosso e, nei casi più gravi, a disturbi psicologici (deficit di
attenzione, iperattività, depressione, problemi di salute mentale e negli
adolescenti anche i suicidi) che purtroppo le statistiche ci rivelano in
aumento.
Cantava
Giorgio Gaber: “Giro giro tondo cambia il mondo”!
Stiamo
vivendo, ormai da alcuni anni, una sorta di nuova era punk dove in maniera rumorosa,
poco complessa, ribelle e diretta, i bambini rispondono a ciò che non
comprendono più e li rendono confusi. I bambini sempre entusiasti nei confronti di
qualsiasi nuova avventura ed esperienza, sempre tutti eccitati e pronti a
partire, sembrano inconsapevolmente gridare: “non voglio crescere più!” arrivando
in alcuni casi estremi ad urlare in età adolescenziale: “non voglio vivere di
nuovo la mia vita”!
I Ramones,
precursori di altri gruppi storici punk, si accostano molto bene alle
sensazioni e alle risposte dei bambini di oggi. Nella seconda metà
degli anni Settanta, introdussero la rivoluzione punk nel cuore del rock con la
fragrante irruenza di tre accordi, un suono semplice, secco e diretto di
stretta discendenza rock'n'roll, senza fronzoli, con testi infarciti di slogan
gioiosamente grotteschi, da condividere con il pubblico rumoroso che dopo anni
di intellettuali sofisticati del rock si innamorarono all'istante
dell'immediata sfrontatezza dei Ramones rintracciabile anche nel loro innocente
look "di famiglia" divenuto poi iconico. Il loro credo era il
disimpegno, parevano burlarsi di tutto e di tutti con una innocente spontaneità.
Erano inoltre la personificazione dell'unità familiare:
condividevano lo stesso cognome anche se non erano parenti, sembravano avere
gli stessi pensieri e respirare, sul palco, la stessa energia. La loro parola
d’ordine era “fun” nonostante tutto, la volontà di divertirsi e far divertire
con canzoni di pochi minuti, semplici, orecchiabili. I loro primi dischi, minimali,
essenziali, senza troppi virtuosismi, ma di impatto, allora come ora,
rispecchiano l’immediatezza comunicativa dei bambini. I
Ramones, oggi come ieri, sembrano urlare come i bambini della nostra epoca: “Abbiamo
bisogno di cambiamenti, ne abbiamo bisogno in fretta”!
Nel mio nuovo
libro Kids Ramones si accostano le affermazioni e le produzioni
iconografiche dei bambini alle canzoni dei Ramones trovandovi punti di
contatto ed innumerevoli convergenze.
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