Orfeo ed Euridice quest’anno
è un Bruscello atipico, non tanto per la storia narrata dal librettista Prof. Raffaele
Giannetti che rispecchia fedelmente ciò che Ovidio scrisse nelle Metamorfosi,
ma per la scelta musicale. Abituati a sentire allegri stornelli quest’anno “nei
momenti più intensi e drammatici la musica si contamina di forme moderne di
strumentazione”. L’orchestrazione di questo Bruscello 2012 - sottile e delicata, quasi cameristica, con
pianoforte concertatore e archi e fiati a parti reali, - afferma il giovane M°
Alessio Tiezzi compositore dell’opera - si rifà al concetto di canto
accompagnato con un’intesa quanto mai integrata tra testo poetico e melodia -.
Il dramma popolare in musica sotto forma di Bruscello Poliziano, Orfeo ed
Euridice, apre dunque la trilogia del mito dell’amore.
A questo mito, del resto, si sono ispirati numerosi artisti e letterati
ognuno secondo la propria specificità. Nella musica: Schutz, Deller con il
ballo composto secondo le nuove teorie mimico-drammatiche del ballerino
francese Noverre, Gluck, Bertoni, Naumann Haydn, Krenek e i Salvio con il
musical del 2007; nella scultura si è degnamente distinto Canova e Zwobada
francese di origine ceca con una statua in bronzo; nella pittura Delacroix e in
letteratura Henryson con un poema meglio conosciuto come Racconto di Orfeo.
Suggestive sono le scenografie degli Inferi
e maestrali le prestanze dei protagonisti e delle comparse che hanno saputo rendere
perfettamente l’idea di questo luogo
così triste e spettrale. La giocosità
dei bambini e dei pastori buffi del primo atto richiamano ancora l’idea dei
vecchi bruscelli, quelli che erano abituati a vedere i nostri vecchi. Il
Bruscello Orfeo ed Euridice che pare, al primo ascolto e alla prima visione,
aver perso il suo senso popolare, ne è ancora impregnato pienamente grazie alla
persone che lo hanno interpretato –Avanti dunque al Bruscello 2012 – afferma il
Presidente della Compagnia Marco Giannotti – perché la cultura, anche se
popolare, non si fermerà!-
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