Lettori fissi

lunedì 29 dicembre 2014

IL SALUTO A FRA RAFFAELE BOI



IL SALUTO A FRA RAFFAELE BOI
Fra Raffaele Boi, laico domenicano, conosciuto ai più come sagrestano del Santuario di Sant’Agnese a Montepulciano, è salito alla Casa del Padre mercoledì 17 dicembre. Piagato nel corpo, ma non nello spirito, da un po’ di tempo, suo malgrado, risiedeva a Fiesole dove si è spento.
Lo ricordiamo con piacere il caro fra Raffaele al quale noi laici eravamo particolarmente legati e con il quale avevamo cercato di rimanere in contatto, dopo il suo trasferimento nell’infermeria di Fiesole, telefonandogli ed inviandogli delle lettere per dargli notizie della sua cara Montepulciano.
Lo avevamo conosciuto molti anni fa: era arrivato nel nostro paese al seguito di padre Graziano Leziero che lui lo considerava come un “babbo”   al quale fare riferimento sempre e comunque anche dopo che il Padre fu trasferito a Roma. Padre Graziano infatti lo sapeva prendere, consigliare e, all’occorrenza, rimproverare.
Fra Raffaele era un grandissimo devoto della Vergine e per onorarla si era recato in pellegrinaggio nei santuari più conosciuti della cristianità. Nella sua cella erano conservate tantissime immagini mariane… prima fra tutte la Vergine di Bonaria protettrice della Sardegna sua terra d’origine. Fu lui ha raccontarmi la  bellissima storia della Madonna di Bonaria che io a sua volta ho narrato a scuola ai bambini per la miracolosa particolarità di aver ritrovato la statua della Vergine dentro ad una cassa di legno a seguito di un naufragio con una candela accesa!  
Personalmente ho tanti piacevoli ricordi legati a  lui: gli incontri di preghiera, la riunione del Tod alla quale non mancava mai, la festa della Befana che lui attendeva sempre con trepidazione e della quale aveva molta paura, le gite con  Padre Graziano e le richieste che mi faceva perché intercedessi sul superiore perché lo portasse, i pranzi tutti insieme…
Apparentemente scorbutico mostrava a chi lo amava e lo trattava con garbo tanta tenerezza. 
Un giorno, tanti anni fa, quando ancora c’era Padre Graziano, con il permesso del suo superiore, mi invitò a vedere il presepe che aveva predisposto in clausura. Il permesso fu accordato  e vi andai. Ne rimasi stupita: oltre ai personaggi canonici vi aveva messo di tutto anche la fattoria, il camion dei pompieri e le scatole di cartone di questi giochi a mo’ di sfondo. Fu allora che capii chi era fra Raffaele e iniziai a volergli bene per questo suo modo di essere che lo faceva tanto simile ai bambini. Guardate ne ho visti di bei presepi, ma  quello di  fra Raffaele rimarrà per me il più bello proprio per ciò che mi trasmise nel profondo.
Sono convinta  che fra Raffaele sia già in Paradiso, e non tanto a fare presepi come ha detto Padre Marco dall’altare il giorno di Natale, ma a pregare per noi perché quando glielo chiedevamo lui lo faceva sempre e noi sperimentavamo da subito che le nostre richieste erano state esaudite. Preghiamo dunque fra Raffaele perché io so che lui lo sta già facendo per noi!
Sono contenta di averlo conosciuto e per questo ringrazio infinitamente il Signore perché ascoltandolo e guardandolo ci ridimensionavamo in tante piccole e grandi cose e questioni che a noi sembravano importanti. Lui sapeva trasmetterci la semplicità e l’umiltà dei piccoli. Grazie Raffaele!
Domenica 18 gennaio 2015, nel trigesimo della morte, alle ore 18.00 nel Santuario di Sant'Agnese, celebreremo in sua memoria la Santa Eucarestia.

lunedì 20 ottobre 2014

Vivere Montepulciano pensando all'Africa



La giovane poliziana Laura Cozzani nasce a Chiusi nel 1981. Dopo aver concluso gli studi classici e completato l'iter giurisprudenziale, si iscrive alla Scuola del Nudo presso l'Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano, con la quale acquisisce maggior consapevolezza delle proprie doti grafiche e pittoriche, sviluppando la creatività innata. Inizia il percorso artistico eseguendo opere su commissione, sperimentando vari materiali tra cui bombolette spray e colori acrilici su tela. Nel corso degli anni partecipa ad un workshop di fumetti, collabora con Mondomix e Musica Jazz Italia in veste di disegnatrice di carboncini di autori e musicisti famosi, firma le vignette del quotidiano del Live Festival of Beer of Acquaviva, partecipa all'evento espositivo di Liberacollarte e alla mostra del caratteristico paesino toscano di Ascianello, dipinge per due anni consecutivi il  Bravio per i piccoli spingitori. Collabora con il Mattatoio n.5 per tre anni consecutivi organizzando ed eseguendo live painting su temi sociali. Realizza in collaborazione con lo scrittore emergente Cristiano Signorino due copertine della trilogia horror-fantasy Anime Impure e il quotidiano Centritalia le dedica la pagina del personaggio del mese nel giugno 2012, descrivendola come un'artista che ama stupire con la sua contaminazione di tecniche e stili. Attualmente vive in Toscana, si dedica alla pittura, al canto con L'albero dei 7 formaggi, una produzione di musica naturale afro-italiana ed è aperta a nuove collaborazioni. “La curiosità e la ricerca delle radici che mi hanno da sempre spinta a fare esperienze, anche ai limiti dell'assurdo, mi hanno portata in Africa, per la seconda volta. Quando incontri l'Africa hai la percezione immediata che la risposta a tutte le domande sia là è il mettersi in gioco e il confrontarsi con quella realtà sorprende, fa riaffiorare il ricordo della verità più antica: che siamo tutto e non siamo nessuno. Dopo aver vissuto un mese in giro per il sud del Senegal, la regione Casamance, ho avuto anche l'onore di vivere a Dakar, un bel guazzabuglio infernale. Conta tre milioni di persone e soffre di una contaminazione occidentale reiterata e dei risvolti negativi che essa comporta, tra cui smog, kaos stradale, razzismo e malvivenza legati alla precarietà economica di alcuni quartieri, sporcizia dovuta specialmente alla plastica, abusivismo edilizio... Sono stata a contatto con le persone del quartiere di yoff e l'Africa pura si sente ancora nell'accoglienza, nell'ospitalità, nella condivisione del pasto, nei mestieri che richiedono manualità, che da noi stanno sparendo, e ho approfondito sul campo la tecnica del Batik, l'arte di tintura dei tessuti con colori, cera calda e pennelli. Immergendosi in quel lavoro manuale la frenesia della vita occidentale lascia spazio ai ritmi naturali. Il rispetto dell'essere umano non può prescindere dal rispetto dei suoi stessi ritmi. Quel fluire consapevole del tempo fa riemergere la coscienza di se stessi, dei propri bisogni e si sorride, collaborando senza competitività, condividendo le proprie capacità e i propri talenti gli uni con gli altri, in comunione e senza giudizio. Salvo eccezioni, la mia generazione ha vissuto la comodità, l'ozio, il divertissement, ha inconsapevolmente spostato l'attenzione su elementi esterni, dimenticando il principio più importante: che il lavoro è anzitutto su se stessi, sulla crescita personale quale individuo unico e perfettibile. Lavoro che richiede uno sforzo continuo, una costante presa di responsabilità che sostiene e sviluppa la spina dorsale, il carattere per affrontare ogni problema ed ogni sfida che la vita presenta, senza delegare. In Senegal nulla è comodo, il disagio spiazza gli uomini strutturati ed abitudinari che cadono in preda di attacchi di panico, ma per chi ha volontà di cogliere la lezione il disagio aguzza l'ingegno e forgia uomini con la U maiuscola. A sentir dire i racconti dei nonni, quella africana sembra una realtà molto simile a quella vissuta in Italia nel dopo guerra, dove non c'era niente e tutti si davano una mano. La ricerca continua dentro me va di pari passo con l'esplorazione dell'ambiente intorno a me è con l'incontro di persone speciali. E non c'è due senza tre, per cui ho la netta impressione che avrò presto altre note a da raccontare….”

martedì 23 settembre 2014

A MONTEPULCIANO SI PARLERA' DI AFFIDI FAMILIARI




                   
L’analista chimico Meri Lolini vive a Firenze ma è originaria della Maremma ed è legata a Montepulciano perché ha sposato un poliziano doc, Marco Bardelli. “Amo Montepulciano da sempre … ho fatto il mio ingresso nella Contrada di Voltaia  quando ho conosciuto Marco…. qui ho incontrato tanti nuovi amici che mi hanno trasmesso la passione per la partecipazione all'attività contradaiola e mi hanno accolto in semplicità ed amicizia  e, grazie a loro, sono entrata in sintonia con l’ambiente, con i sapori ed i profumi dei piatti della tradizione culinaria, sublimi cornici ad ogni  manifestazione poliziana”. Amo definire Meri una mamma speciale, mamma di cuore e di pancia, perché ha condiviso con Marco e suo figlio Matteo, ventuno anni fa,  l’esperienza dell’affido familiare accogliendo   Raluca, una bambina rumena, quando suo figlio aveva dieci anni. “UNA GOCCIA NEL MARE dalla casa-famiglia alla famiglia” è il racconto che  Meri ci offre del  vissuto, del vivere quotidiano in casa Bardelli dopo aver intrapreso l’ esperienza di affido. “La  storia della nostra famiglia, che io definisco come una famiglia in espansione, ho sentito il bisogno di metterla per iscritto per testimoniare l’importanza e l’urgenza dell'affido familiare”. Il libro edito da HARMAKIS ed uscito nel gennaio di quest’anno ha già conosciuto notevoli riconoscimenti soprattutto da parte dei lettori ed è stato presente a numerosi eventi: a Terni presso l’ARPA UMBRIA con il patrocinio dello stesso comune, a Cortona a Radio Incontri Valdichiana, a Montevarchi a Valdeuropa e in più occasioni a Firenze con il patrocino del Comune ed in collaborazione con il Centro Affidi. Nel libro Meri sottolinea l'importanza dell'accoglienza nei confronti dei minori che per motivi diversi sono affidati ai servizi sociali e collocati in casa-famiglia e comunità. “A questi fanciulli viene a mancare la “stampella” della continuità familiare e sono svantaggiati rispetto ai loro coetanei che vivono in famiglie dove i ruoli sia affettivi che educativi sono di facile identificazione”. Meri sostiene che il rapporto tra i genitori affidatari ed eventuali fratelli e sorelle che incontrano nella nuova famiglia deve essere basato sempre sull'accoglienza incondizionata e non deve mai trasparire  verso di loro la minima compassione. “Queste creature non devono sentire su di loro il peso ingombrante delle carenze affettive ed educative della loro famiglia di origine, ma devono avere il diritto di essere amati, cresciuti ed educati come tutti i figli con le stesse necessità perché tante,  diverse e specifiche  sono le loro personalità, sensibilità e gli avvenimenti che li hanno traditi e feriti. Per accogliere un minore in una famiglia non esiste un metodo educativo da adottare, ma sono necessari gli stessi ingredienti che si usano per i figli naturali: amore, tolleranza, comprensione e capacità di ascolto. La stessa condivisione di una linea da adottare spesso va corretta di volta in volta dato che le rigidità di comportamento e di pensiero non sono mai percorribili per le possibili problematiche che possono generare”. Nel libro Meri valuta anche i rapporti dei componenti della famiglia affidataria con il contesto sia familiare che sociale nella quale vivono, lavorano e studiano. “Ci sono molte curiosità, a volte anche banali, che scaturiscono da parte dei conoscenti, alcune domande che riguardano le motivazioni che ti hanno portato a fare questo percorso alle quali spesso rispondiamo più con i fatti che con mille parole”. Il libro di Meri si legge bene, ha un sapore familiare,  pare scritto con un inchiostro che profuma d’amore, ti riempie e ti presenta una famiglia che nella quotidianità si è resa grande. “Prima di aprire la porta di casa, bisogna aprire la porta del cuore e della testa … é necessario essere accoglienti non solo per il minore in se stesso, ma verso il suo modo di pensare e la sua cultura di origine perché spesso i bambini in affidamento non sono solo italiani e di religione cattolica … bisogna pensare con convinzione di essere cittadini del mondo per arrivare ad una piena condivisione”. L’amica Meri si augura che il suo libro possa contribuire a far aprire la strada per far crescere il numero di questa tipologia familiare. Il Comune di Montepulciano vuole orgogliosamente condividere questa esperienza di famiglia affidataria presentando il libro e la sua autrice il giorno sabato 27 settembre alle ore 17.30 nella splendida cornice del Palazzo del Capitano e chissà che anche nella nostra Montepulciano non si intraprendono affidi familiari? Ce lo auguriamo tutti.

lunedì 15 settembre 2014

ANNO GIUBILARE PER LA MADONNA DEL BUON VIAGGIO


A Montepulciano, domenica 14 settembre, nel cinquecentesco tempio di S. Biagio si é celebrato l’anno giubilare di dedicazione dell’immagine miracolosa alla Madonna del Buon Viaggio. La chiesa da pochi mesi riaperta al culto ha visto una grande partecipazione di fedeli. Il parroco don Domenico Zafarana ha voluto ricordare solennemente questa dedicazione tanta cara al cuore dei poliziani e dei numerosi devoti. Cinquanta anni fa, nel lontano 1964, Papa Paolo VI aveva voluto coronare la Vergine di questo titolo e Papa Francesco ha inviato per l’occasione mons. Sergio Pagano, Vescovo Prefetto dell'Archivio Segreto Vaticano, per solennizzare con una celebrazione liturgica l’evento. Così scriveva Paolo VI al Vescovo di Montepulciano: “Vergine santa e Madre nostra dolcissima, che invochiamo col nome di "Madonna del buon viaggio", noi ci affidiamo a te nel momento di affrontare la strada.Tu conosci i pericoli cui andiamo incontro, le trepidazioni del percorso, le consolazioni del ritorno. Sii tu dunque sempre la nostra guida, il nostro sostegno, il nostro conforto. Anche tu nei giorni di tua vita terrena,provasti i disagi di lunghi viaggi, nelle contrade di Palestina, nelle lande assolate d'Egitto, mossa soltanto da volere di Dio, fiduciosamente in Lui raccolta con la tua fede e il tuo amore. Fa' che possiamo seguire il tuo esempio luminoso, affinché il nostro viaggio si compia nella serenità e nell'ordine, sia sicuro e tranquillo, preservato dai pericoli dell'anima e del corpo. Tienici per mano, come una madre fa' coi suoi figlioli: assistici  quando il duro lavoro trascina lungo le strade in un servizio faticoso e monotono: guidaci anche nello svago turistico, affinché sia per noi arricchimento di doti umane, sollievo dello spirito, incoraggiamento a novello vigore. E poiché la nostra vita è un viaggio verso il cielo, dirigi i nostri passi nella via della pace, e portaci un giorno alla meta finale desiderata, ove, a te uniti, con te gioiremo della gioia di Dio, dolce Madre nostra, Madonna del buon viaggio. Con Cristo tuo Figlio e Signore nostro. Amen.”Il Prefetto Pagano é arrivato a Quercialpino nella prima mattinata ed è stato scortato a Montepulciano da un nutrito gruppo di motociclisti diocesani che con le loro insegne hanno accompagnato l’alto prelato. Ad attenderlo oltre al Parroco ed ai numerosi fedeli,  molti contradaioli della Contrada delle Coste, la Compagnia di S. Biagio e  i responsabili della Giostra del Saracino con i loro labari. A conclusione della S. Messa, sotto un cielo azzurro come il manto di Maria, si  è svolta la consueta benedizione degli automezzi e delle moto. La giornata si è conclusa con un momento conviviale molto partecipato in un noto ristorante di Montepulciano. 

lunedì 25 agosto 2014

ALLA CONTRADA DEL POGGIOLO MUSICA E SOLO MUSICA




Un mare di gente ieri sera a Montepulciano nella Contrada del Poggiolo per assistere e partecipare alla festa che inaugurava l’inizio della settimana degli eventi in prossimità della manifestazione del Bravio delle Botti. La serata, come era stato previsto, ha registrato il “tutto esaurito”. La festa, incentrata sul divertimento, era targata Delta Group: un gruppo di giovani poliziani che con la loro consolle attraversano tutti i generi musicali sprigionando una energia incontenibile. L’atmosfera è stata da subito  infiammata da musica avvolgente che entrava dentro e ti catturava. La Piazzetta degli Archi, dopo la partecipatissima cena, è stata trasformata in un’inusuale pista da ballo sotto le stelle ospitando un popolo giovane e divertito. I Delta Group hanno saputo intrattenere i presenti selezionando brani musicali di vari genere secondo le richieste del pubblico e seguendo il loro stile. La musica è stato certamente  il magico essenziale ingrediente per una serata all’insegna del divertimento determinando un unico flusso musicale che ha saputo catturare anche molti contradaioli che gettandosi in pista hanno ritrovato nuove energie malgrado avessero lavorato tutta la sera per la buona riuscita della partecipatissima cena in contrada.