Lettori fissi

sabato 1 maggio 2021

I miracoli dei Santi fanno “grandi” i piccini


 




Leggendo e rileggendo le storie dei Santi scopriamo sempre cose nuove, notizie non emerse da una prima lettura. Queste agiografie non sono ripetitive e tutte uguali come qualcuno può pensare, ma sono avvincenti ed istruttive. L’ascolto attendo dei bambini quando si narra loro qualcosa ne è la prova. Il mio maestro, Padre Cristoforo Testa, quando eravamo piccini e trascorrevamo molto del nostro tempo libero estivo al Santuario Agnesiano, soleva ripeterci di essere precisi nella narrazione su S. Agnese perché anche i piccoli particolari sono importanti e significativi per chi ascolta. -Tutto concorre… - diceva – come la Misericordia di Dio che si china su chi vuole Lui, indegni e peccatori, e non su chi si penserebbe noi, “meritevoli” e “giusti”. Ed è proprio così. Quest’anno ho notato un particolare in due miracoli su un bambino ed una bambina ottenuti grazie all’intercessione di S. Agnese: Meo il piccolo caduto dal pero e la bambina poliziana ferita al ginocchio a Chianciano. Furono due ferite gravi: una sulla schiena del piccolo, l’altra da taglio sul ginocchio della piccina. S. Agnese lasciò una sola cicatrice sul ginocchio della bambina perché, in futuro, tutte le volte che l’avesse guardata, si fosse ricordata che aveva compiuto un’azione senza il permesso della mamma: aveva tagliato il pane alla maniera dei grandi. Perché a Meo salito sul pero senza il permesso della mamma e caduto giù Agnese dal Cielo dopo averlo guarito non lascia la cicatrice come monito anche per lui? Sono stati i bambini a scuola a farmi notare questa diversità e loro stessi hanno trovato la ovvia soluzione: a Meo non lascia la cicatrice perché non sarebbe stato un monito efficace dato che non avrebbe mai potuto vederla sulla schiena. - Maestra, Meo non ha gli occhi dietro alla testa!  Vero, verissimo. W i bambini che spesso sono Maestri di verità!