Lettori fissi

venerdì 30 giugno 2017

IN MEMORIA DI CARLA BARCUCCI



Carla, tu sei un’anima bella!!!
Nel salutarti ti vogliamo ricordare come donna di profonda preghiera e carità: una bellissima persona!
Eri nata nel 1925 ed entrata tra i Laici Domenicani di Montepulciano nel 1945 con il nome di Paolina.
Fondasti nel 1971 la Caritas Diocesana e ne fosti  operosa volontaria.
Catechista a S. Agnese   per moltissimi anni ripetevi questo servizio tutte le settimane anche al Gesù, tua parrocchia.
Stimata maestra dell’allora Circolo Didattico di Montepulciano sei ancora ricordata con molto affetto dai tuoi alunni come testimoniano i numerosi post su facebook dopo la tua dipartita.
Laica domenicana e Priora per molti mandati insieme a te formavamo una Famiglia: quella Domenicana. Dalle tue mani molti di noi hanno espresso la loro promessa.
Era piacevole stare con te, autoironica e sempre di buon umore.
Amavi Montepulciano e ne custodivi molti ricordi che ci raccontavi d’estate quando facevamo la mostra dei ricami. Con l’ago e con il filo riconoscevi di non avere un buon rapporto, ma ti rendevi sempre disponibile con la tua presenza a ricoprire i turni alla mostra.
Non sei stata mamma, ma sei stata tenerissima con tutti noi, con i tuoi numerosi nipoti, i cui nomi li avevi sempre sulla labbra, e con i piccoli dell’Antoniano alla cui struttura eri particolarmente legata.
Devotissima di S. Agnese siamo certi che lei stessa ti ha accompagnata al cospetto di Dio.
Siamo sicuri, nel darti questo nostro “arrivederci”, che veglierai   sul nostro gruppo e sulle  prossime definizioni del Capitolo Provinciale dei Domenicani.   Ti vogliamo bene.

martedì 27 giugno 2017

C'era una volta il baco da seta



La Fortezza di Montepulciano, oggi “tirata a lucido”, è sede di Enti prestigiosi ed ospita numerosi eventi internazionali ma un tempo ha raccolto tra le sue mura operose lavoranti in bachicoltura. Nel 1881 il Comune di Montepulciano mise all'asta l'intero edificio. Se lo aggiudicò un benestante di Reggio Calabria, Francesco Melissari che incaricò un architetto di eseguire un adeguato restauro all’intero complesso adattandolo allo stile medievale presente in zona di altre costruzioni. Vi impiantò  poi la sua attività di bachicoltura che occupava durante i lavori della "sfarfallatura" circa 660 operaie, provenienti anche dai paesi vicini. Nel 1890 la proprietà dell'azienda venne rilevata da un parente del Melissari, Francesco Miceli Dusmet, che nei fatti era un suo prestanome e l'azienda proseguì l'attività per altri quindici anni. Un tempo erano molte le famiglie che per incrementare l’economia domestica allevavano i bachi da seta. Arrotondare il magro bilancio era un’esigenza e questo particolare allevamento durava complessivamente due o tre mesi  senza richiedere laboriose operazioni. L'allevamento dei bachi era affidato soprattutto alle donne e ai bambini. In molti luoghi prendeva l’avvio con la festa di San Marco evangelista, il 25 aprile. In quella data veniva svolta una processione rogazionale di origini antichissime. Era una richiesta a Dio di benedizione per l’impresa che stava per essere iniziata.  Lo stesso San Gregorio Magno Papa nel VI sec. annoverava questa processione tra le rogazioni maggiori e la definiva tradizionale.  Le massaie di casa partecipavano a questa processione rogazionale  portando tra le mani una piccola scatolina che conteneva il seme dei bachi da seta, le uova. Seme che poi, una volta tornate a casa, veniva prima  messo al caldo e poi depositato nel “letto” di rami di  gelso predisposti su di un graticcio. Le  uova si schiudono tra la fine di aprile e l'inizio di maggio, quando le foglie sugli alberi si sono completamente formate e il baco si sviluppa attraverso quattro mute,cambi di pelle, fino alla costruzione del bozzolo. Durante questo periodo i letti venivano periodicamente ripuliti per evitare malattie al baco e alla terza età larvale la foglia veniva somministrata più volte al giorno, intera, mentre alla quarta età con tutto il ramo. La produzione di bozzoli arrivò in Europa con l’Impero Bizantino e in Italia fu al suo massimo sviluppo nel XII sec. Cominciò invece a declinare nel periodo tra la prima e la seconda guerra mondiale fino a scomparire dopo l'ultima: l’industrializzazione e la produzione di fibre sintetiche rendeva la concorrenza insostenibile. Altro fattore di declino fu l’inurbamento e  il conseguente cambiamento dell'organizzazione agricola. Oggi la bachicoltura in Italia è praticamente scomparsa, poche sono le aziende  che allevano bachi per una limitata produzione artigianale di nicchia o soltanto per scopi didattici.

sabato 3 giugno 2017

CHE PASSIONE FARE IL CACCIATORE!




Un cacciatore di altri tempi è il citto di Barabino che imbracciò il fucile a 16 anni sotto lo sguardo attento del su’ babbo. La passione venatoria gli era nata da piccino quando ascoltava incantato i trascorsi di caccia narrati dai cacciatori con un entusiasmo sempre acceso.  Quelle storie le aveva impresse in memoria e si deliziava nell’immaginazione di poterlo fare un giorno anche lui. Conosceva a memoria molti nomi di selvaggina, riconosceva nel bosco le tracce degli animali e distingueva il canto degli uccelli.  La pazienza è una delle virtù del cacciatore e il figlio di Barabino, al secolo Umberto Lorenzini, attese l’età che gli consentiva di imbracciare il fucile. Colombacci, beccacce e starne… con il cane rigorosamente meticcio sempre a fianco. Ricorda Fido, cane fenomeno, puntava la preda quasi fosse un radar. Le battute di caccia con gli amici in Valdorcia con la Balilla piena di lepri, di starne e selvaggina minuta e la caccia al Lago di Montepulciano. Che soddisfazione, racconta sorridendo, inciampare nella terra arata, scivolare nella mota con gli stivali e tornare a casa con il bordo dei calzoni pieno di fango!  Sorridere alla moglie nel sentirla sbraitare se i cani, sporchi e mal odoranti, entravano in casa lasciando le loro impronte dopo che era stato pulito il pavimento! Ma la passione per la caccia è superiore al tornare a casa e non aver preso niente, all’alzarsi presto la mattina, al freddo che ti entra nelle ossa … quando l’hai ti scorre nelle vene e non ti lascia più. Ora che ha più di novant’anni  Umberto ha appeso il fucile al chiodo ma il suo spirito è sempre con i suoi compagni cacciatori nel ricordo di quando ti passavano sopra il capanno i colombacci.

giovedì 1 giugno 2017

SULLE STRADE DI SANTA AGNESE



Il Gruppo Motociclisti Diocesani, sabato 3 giugno, sarà in strada per ricordare i settecento anni dalla morte della Santa Poliziana: Agnese Segni. L’anno giubilare a lei dedicato richiama tanti pellegrini su Montepulciano e particolarissimi eventi proprio come questo. Il percorso “Sulle Strade di Santa Agnese” è una moto passeggiata e si snoderà da Gracciano, dove è nata, a Proceno, dove è vissuta gran parte del suo tempo, passando per Montepulciano, dove si venera il suo corpo incorrotto.
Il Gruppo Motociclisti Diocesani é un’associazione pubblica di fedeli  nata dal desiderio di alcuni della Diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza di costituire un insieme di persone che non abbia solo il casco in testa ben allacciato, ma che cerchi di vivere da cristiano seguendo gli insegnamenti di Gesù e la sua Chiesa. Un’associazione che faccia capo al Vescovo Diocesano, a cui stia a cuore la sicurezza personale ed altrui, che voglia aiutare tutti coloro che si avvicinano e si avvicineranno al mondo motociclistico nell'amare, oltre le due ruote, il Signore e gli altri.
Il programma della giornata ben dettagliato prevede a Proceno la moto benedizione nell’Orto in cui la Santa andava a pregare e dove ricevette, per la mani di un angelo, la Comunione. Il pranzo sarà al Castello di Proceno  aperto appositamente per l'occasione. Saranno presenti anche gli amici del Moto Club  Maremma Scrambler, il Gruppo motociclistico di Grosseto. Naturalmente chi desiderasse partecipare può accodarsi anche con un mezzo a 4 ruote!!!