Lettori fissi

martedì 31 dicembre 2019

SPOSI TUTTI I GIORNI


“Io prendo te come mia sposa/o e prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti ed di onorarti tutti i giorni della mia vita”. Nel giorno in cui la Chiesa ricorda la Santa Famiglia di Nazaret, un po’ ovunque, durante le celebrazioni eucaristiche, sono state rinnovate le promesse matrimoniali. Momenti di grazia che Papa Francesco ed i Vescovi, vicari degli Apostoli, sostengono e incitano ad attuare. Durante l’intera giornata nel Santuario di Sant’Agnese, a più Messe, abbiamo rinnovato le promesse matrimoniali, pregato e ricordato anche le famiglie della Parrocchia che non erano presenti. Sono stati attimi bellissimi, densi di preghiera. Del resto la preghiera trascina, coinvolge, si espande: una coppia cattolica australiana di passaggio nella nostra chiesa si è unita con molta gioia alla benedizione rimanendone piacevolmente colpita. Stesse sensazioni provate da un intero gruppo veneto in pellegrinaggio nel nostro Santuario quando la sera durante la S. Messa hanno rinnovato le promesse.

- Qual è la ricetta per restare tutti questi anni insieme? – ho chiesto ad una parrocchiana sposata da sessanta anni con il suo Francesco.
- Che ti devo dire “popa” credo Lui! – ha risposto alzando gli occhi al Cielo – Ne abbiamo passate tante, ma con l’aiuto di Dio le abbiamo sempre superate!
Ho pensato a quella coppia e conoscendo molte delle vicissitudini familiari ho convenuto che l’amalgama della loro unione fosse veramente Lui.  Noi sposi ci doniamo scambievolmente tutti i giorni il Dio che è Amore. Il sacramento che ha consacrato l’unione ci aiuta a realizzare, non senza difficoltà, il matrimonio ogni giorno. Sposarsi è un nuovo modo di vedere, di sentire, di agire, di comprendere, di pregare insieme… di aprirsi alla vita.  Nel matrimonio veniamo collocati attivamente nel mondo e ne diveniamo responsabili, andando cuore a cuore, consapevoli che non è il nostro amore che sostiene il matrimonio, ma è il matrimonio che “porta sulle spalle” il nostro amore. 

mercoledì 11 dicembre 2019

A GRACCIANO DI MONTEPULCIANO LA LUCE DEL NATALE È CONTAGIOSA



In Italia esistono molti piccoli paesi composti da poche case ed una sola via che li attraversa nella sua interezza. Sono quei luoghi dove tutti si conoscono assaporando di più i rapporti umani, gioendo e piangendo di fronte alle varie vicissitudini altrui e proprie e vivendo anche di pettegolezzi. Al di là dei luoghi comuni che da sempre contrappongono il piccolo paese al grande centro, come nel componimento di Orazio sul topo di campagna e quello di città, vivere in questi borghi è sempre piacevole e salutare. Nei piccoli paesi, si fa gruppo, comunità anche e soprattutto nei momenti forti dell’anno.  A Gracciano di Montepulciano, il Natale sarà vissuto e partecipato comunitariamente da varie Associazioni ed Enti dove le varie famiglie sono chiamate ad essere parte attiva.  Se a Montepulciano capoluogo, con il Villaggio di Babbo Natale, definito tra i più belli d’Italia, siamo più spettatori di luci sfavillanti, casine natalizie e musiche celestiali, nelle frazioni si vive ancora un Natale vissuto, ideato da tutti. Nello specifico a Gracciano la Parrocchia, ASD Gracciano, ACLI Pesca, i pochi commercianti rimasti e tutti gli abitanti, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, metteranno in scena il suggestivo presepe vivente alla casa nativa di S. Agnese, allestiranno lo storico presepio monumentale sul costone adiacente alle ex-scuole composto di statuine e casine interamente fatte a mano ed illumineranno la frazione di alberelli luminosi portati porta a porta. Thomas Edison sosteneva che  il valore di un’idea sta nel metterla in pratica e a volte basta poco  per sprigionare la magia del Natale anche in piccoli borghi sempre più alle prese di spopolamento e chiusura di esercizi commerciali. La luce del Natale è contagiosa! 

mercoledì 4 dicembre 2019

I RAMONES ED I BAMBINI


La mamma e il babbo dovrebbero essere quelli che ti prendono per mano da piccoli e ti guardano da lontano da grandi, sentono quando stai bene e quando stai male, ma rispettano il tuo silenzio, ti difendono e ti precedono senza che tu lo sappia.  I genitori dovrebbero essere per tutti noi una inesauribile forza sin dalla primissima vita embrionale. In questi ultimi anni ci stiamo accorgendo di quanto l’infanzia e l’adolescenza, ciascuna secondo precise caratteristiche talvolta anticipandone persino la comparsa rispetto all’età anagrafica, stiano dando dei segnali d’allarme rispetto alla funzione genitoriale. La psicoterapeuta ergoterapista canadese Victoria Prooday afferma che all'origine dei problemi attuali di molti bambini vi sarebbero i genitori e l’ambiente circostante. Oggi i bambini vengono privati delle basi per un’infanzia sana e le caratteristiche peculiari di questa età non sono più tenute in considerazione. Abbiamo dimenticato che l’infanzia è più di ogni altra età dell’uomo quel periodo evolutivo dove educare significa dare inizio ad una storia. I genitori, “digitalmente distratti” e non emotivamente presenti, sono spesso troppo indulgenti, approdando al convincimento che ai bambini tutto gli sia dovuto gratificandoli nell’immediato o giudicano i comportamenti dei piccoli secondo i parametri degli adulti. Non c’è poi un limite al numero delle figure guida che ruotano intorno al bambino né in loro una stessa linea di condotta. Sovente l’alimentazione non é equilibrata e le ore di sonno consumate sono poche. I bambini, facendo una vita sedentaria dentro casa sono stimolati continuamente da babysitter tecnologiche ed input non appropriati rispetto all’età tralasciando movimento e vita all’aria aperta, gioco creativo, interazioni sociali, opportunità di avere del tempo libero e momenti anche di sana noia.  Questo triste scenario è iniziato in modo silenzioso ma sempre più rumorosamente può condurre i bambini ad uno stato emotivo scosso e, nei casi più gravi, a disturbi psicologici (deficit di attenzione, iperattività, depressione, problemi di salute mentale e negli adolescenti anche i suicidi) che purtroppo le statistiche ci rivelano in aumento.
Cantava Giorgio Gaber: “Giro giro tondo cambia il mondo”!
Stiamo vivendo, ormai da alcuni anni, una sorta di nuova era punk dove in maniera rumorosa, poco complessa, ribelle e diretta, i bambini rispondono a ciò che non comprendono più e li rendono confusi. I bambini sempre entusiasti nei confronti di qualsiasi nuova avventura ed esperienza, sempre tutti eccitati e pronti a partire, sembrano inconsapevolmente gridare: “non voglio crescere più!” arrivando in alcuni casi estremi ad urlare in età adolescenziale: “non voglio vivere di nuovo la mia vita”!
I Ramones, precursori di altri gruppi storici punk, si accostano molto bene alle sensazioni e alle risposte dei bambini di oggi. Nella seconda metà degli anni Settanta, introdussero la rivoluzione punk nel cuore del rock con la fragrante irruenza di tre accordi, un suono semplice, secco e diretto di stretta discendenza rock'n'roll, senza fronzoli, con testi infarciti di slogan gioiosamente grotteschi, da condividere con il pubblico rumoroso che dopo anni di intellettuali sofisticati del rock si innamorarono all'istante dell'immediata sfrontatezza dei Ramones rintracciabile anche nel loro innocente look "di famiglia" divenuto poi iconico. Il loro credo era il disimpegno, parevano burlarsi di tutto e di tutti con una innocente spontaneità. Erano inoltre la personificazione dell'unità familiare: condividevano lo stesso cognome anche se non erano parenti, sembravano avere gli stessi pensieri e respirare, sul palco, la stessa energia. La loro parola d’ordine era “fun” nonostante tutto, la volontà di divertirsi e far divertire con canzoni di pochi minuti, semplici, orecchiabili.  I loro primi dischi, minimali, essenziali, senza troppi virtuosismi, ma di impatto, allora come ora, rispecchiano l’immediatezza comunicativa dei bambini. I Ramones, oggi come ieri, sembrano urlare come i bambini della nostra epoca: “Abbiamo bisogno di cambiamenti, ne abbiamo bisogno in fretta”!
Nel mio nuovo libro Kids Ramones si accostano le affermazioni e le produzioni  
iconografiche dei bambini alle canzoni dei Ramones trovandovi punti di contatto ed innumerevoli convergenze.

domenica 1 dicembre 2019

IL '69 FESTEGGIA I 50!!


A Montepulciano noi nati nel 1969 abbiamo festeggiato i nostri primi 50 anni. Una serata davvero molto bella con i coetanei, amici di vecchia data..   Ci siamo riuniti tutti insieme la sera di venerdì 29 novembre nel Ristorante Pulcino per celebrare questo indimenticabile evento. Con noi del Capoluogo anche i “citti” e le “citte” di Acquaviva e Sant’Albino e i poliziani di adozione nati nel ‘69: eravamo più di sessanta! Coloro che non sono potuti intervenire per motivi di lontananza, alcuni perché fuori Italia, hanno mostrato la loro vicinanza facendosi sentire con un messaggio, una telefonata. Tutti insieme abbiamo rammentato con gioia gli anni delle elementari, delle medie e delle superiori ed anche i primi amori. Abbiamo ricordato le nostre indimenticabili maestre e quei compagni e quelle compagne che purtroppo non ci sono più, ma che rimangono nei nostri cuori. Abbiamo fatto selfie, foto di gruppo costatando che i nostri citti del 1969 hanno tutti molti capelli! È stato bello rivedersi, riabbracciarsi, raccontarsi... Ci siamo salutati dandoci un diploma e declamando una poesia che ricorda l’anno ’69 e gli eventi più salienti: 
Il ’69??? Un Anno Speciale
dal numero poco “spirituale”
L’evento grandioso, sensazionale
fu l’atterraggio sul suolo lunare!
Anno di cambiamenti generazionali
di battaglie e lotte sindacali.
Il concorde vola sui cieli francesi
e i toni sono ovunque molto accesi!
La guerra in Vietnam non vuole cessare…
in Italia la prima pensione sociale!
A Woodstock un mega rock raduno,
non sono più i Beetles il numero uno!
In Italia la 128 è la preferita
per andare in ufficio e alla partita!
La Fiorentina vince il secondo scudetto
per Firenze è un anno benedetto!
Scooby doo arriva nei cartoni
la Messa è in italiano e tutti siam più buoni!
“Tippy il coniglietto hippy” vince lo Zecchino
ma “Volevo un gatto nero” piace a ogni bambino!
Termina Star Trek dopo molte puntate
gli innumerevoli fan enormi belate!
Paperinick nasce col fumetto
ecco davvero un bel soggetto!
Pele, Rivera, Gimondi ancora
lo sport piaceva tanto… oggi come allora!
Si pubblica il Padrino, esce il Manifesto
ma fu purtroppo anche un anno funesto:
a Milano ci fu la strage di Piazza Fontana
e si nasceva noi … e fu una bella NANA!!!                                      
Ci siamo dati appuntamento per il prossimo anno per festeggiare tutti insieme i 51!!!

sabato 23 novembre 2019

RIFLESSIONI A CUORE APERTO SUL FUTURO DELLA PARROCCHIA DI SANTA AGNESE


Ci sembra doveroso riflettere … a Lei proprio glielo dobbiamo! Domenica  17 novembre, durante la S. Messa delle ore 11, la Comunità parrocchiale di S. Agnese ha salutato Padre Giovanni Monti che nella tarda mattinata di martedì ha raggiunto il Convento di Fiesole dove il Padre Provinciale lo ha destinato dopo la decisione di chiudere Montepulciano. Padre Giovanni in questi quattro anni, si è distinto per la sua disponibilità, simpatia, doti umane e quell’amore a Dio Padre che con semplicità ha saputo trasmettere a tutti. Ci è stato detto che a dicembre anche Padre Marco Baron lascerà il Santuario, al loro posto sono già arrivate dal Messico, nella giornata di giovedì 21 novembre, tre suore domenicane. A loro va il nostro grazie più sentito. Quanto è importante però un sacerdote per una Comunità in un territorio diocesano dove l’età media dei presbiteri è molto alta e gli stranieri rientrano a casa  o vengano spostati a nuova destinazione! I parrocchiani  di S. Agnese e gli abitanti di Montepulciano e dintorni sono rimasti  molto colpiti dalla decisione dei Padri di lasciare e si chiedono come ciò sia possibile, come cioè l’Ordine Domenicano, dopo secoli di ininterrotta presenza, possa allontanarsi da   quello che Santa Caterina da Siena definiva il suo “piccolo Tabor” e che S. Agnese aveva trasformato da luogo di peccato a luogo di santità.    Nessuno sa adesso cosa succederà. Un miracolo? Rimarranno i Padri domenicani insieme alla suore? Ci verrà assegnato un sacerdote secolare come parroco? Non saremo più Parrocchia ma solo Santuario? Del resto è da molti anni che si preparava questa cosa: da quando è stato tolto il terzo Padre domenicano a Montepulciano declassando il Convento a Casa  e allora, circa vent’anni fa,  non c’era ancora però tutta questa penuria numerica di frati. Siamo partiti da lì. Ci ha ferito sapere che Montepulciano è stato definito un “convento morto”, da chi non lo ha mai visitato nemmeno nel 2017 per il settecentenario della salita al Cielo di Sant’Agnese! Si potevano, a nostro avviso,  trovare soluzioni alternative, ma forse non c’è stata la volontà. Montepulciano, certamente piccolo centro di provincia, come altri luoghi dove la presenza Domenicana è ben impiantata da secoli, non può interessare ma aveva ed ha ancora qualcosa da dare. Si può ripartire dai piccoli centri con nuove soluzioni, al passo coi tempi. La forza dell’Ordine sta nei Rami della Famiglia Domenicana: grande risorsa e fonte di ricchezza. Secondo noi era giusto mettersi a tavolino, fare comunione, nell’ottica di costruire, mantenere, riattivare, ma mai più chiudere!  Pesano ancora altre passate chiusure: Sassari, Teramo….  Sapersi mettere in gioco, rendersi disponibili a spostarsi secondo i bisogni cooperando oltre i confini provinciali  e attivando una rete di apostolato con più punti focali: le città sedi di importanti centri studi ed i paesi “campi di formazione umana”.  San Domenico ha voluto un Ordine che operasse nel mondo. Apostolato sostenuto dalla forza orante delle nostre monache contemplative, fonte di grazia inesauribile e dalla preghiera costante di quei Padri che ci hanno preceduto nella Casa del Padre. Siamo o non siamo stati definiti da Dante Alighieri, similmente a Domenico di Guzman, “gli agricoltori nell’orto del Signore”?!?
Sant’ Agnese, oggi come allora, i suoi Padri li conosce molto bene. Quando fondò, su volere divino,  il Monastero di Montepulciano nel 1306 si parlò dei due tempi della fondazione perché prima costruì i muri e si impiantò avviando il suo esemplare operato e poi chiese all’Ordine Domenicano, sempre secondo indicazioni di Dio e di San Domenico, di essere sottoposta a loro perché lei sapeva bene, scriveva Padre Timoteo Centi, che se lo avesse fatto subito loro le avrebbero risposto: “No”!    Oggi come allora di una cosa tutti siamo sicuri: certamente Sant’Agnese non abbandonerà la sua Casa e chi  la ama. In tutta questa oscurità e silenzi laceranti ed incomprensibili  ci sta dando dei bellissimi segnali di speranza e vicinanza. Questa è una certezza per noi!  A chi ha deciso questa chiusura diciamo ancora: - Siete sicuri di aver fatto la cosa giusta? Noi siamo sereni!
Fraternita Laica Domenicana di Montepulciano

venerdì 22 novembre 2019

GLI ASSESSORI ALLA GENTILEZZA


Platone diceva: “Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile. Sempre.”
Il 13 novembre si é celebrata la Giornata Mondiale della Gentilezza. Ricorre infatti in questa data l’evento di apertura della Conferenza del “World Kindness Movement” tenutasi a Tokyo nel 1997 e conclusasi con la firma della Dichiarazione della Gentilezza. Per celebrarla tutti i giorni dell’anno e non solo il 13 novembre, in un’epoca dove le parole gentili sono sparite, in Italia nascono gli assessori alla gentilezza. Sono ben oltre i 52 casi ed esiste una rete nazionale che li unisce. Il numero comunque è in aumento. Una delega che gli assessori si sono visti assegnare dal loro primo cittadino ed ampiamente appoggiata da tutte le forze politiche. Gli assessori alla gentilezza si occupano di buona educazione, di rispetto verso l’altro e la cosa pubblica, di sensibilizzazione verso comportamenti positivi, di favorire lo spirito e l’unità in seno alla propria comunità, di sviluppare iniziative di cittadinanza attiva per sostenere e tutelare il bene comune. Per alcuni di loro spesso si tratta di un completamento delle deleghe che già avevano. Questo nuovo assessorato della gentilezza infatti si sposa molto bene con i servizi sociali, le pari opportunità, la pace e l’istruzione. In un mondo aggressivo, arrogante e competitivo la gentilezza si rivela sempre più una risorsa vincente, una forza rivoluzionaria in grado di cambiare il mondo. Pare che l’idea di costituire un assessore alla gentilezza sia nata in seno ai vari Consigli Comunali dei ragazzi sparsi in tutta Italia ed in questo caso possiamo ben dire che i grandi hanno appreso dai bambini.

martedì 4 giugno 2019

PRIME COMUNIONI A SANT'AGNESE


Le  Prime Comunioni di domenica 2 giugno a Montepulciano nella chiesa di Sant’Agnese sono state innanzi tutto una festa. Intorno ai diciassette bambini e bambine che hanno ricevuto Gesù per la prima volta tante le persone: i familiari, gli amici, i compagni di scuola.  Insieme al parroco Padre Marco Baron, a Padre Giovanni, alle catechiste Barbara, Lucia e Stefania  e a chi è venuto a fare festa abbiamo celebrato Gesù che vuole rimanere sempre al nostro fianco e che non desidera mai separarsi da noi. Questa festa è stata possibile grazie ai genitori, ai nonni, alle famiglie e alla nostra comunità parrocchiale, perché tutti nella loro specificità hanno aiutato i piccoli  a crescere nella fede. Papa Francesco in Bulgaria riferendosi  ai 245 bambini che si accostavano per la prima volta all’Eucarestia ha detto: “ci sono miracoli che possono accadere solo se abbiamo un cuore come il vostro, capace di condividere, di sognare, di ringraziare, di avere fiducia e di onorare gli altri. Fare la Prima Comunione significa voler essere ogni giorno più uniti a Gesù, crescere nell’amicizia con Lui e desiderare che anche altri possano godere la gioia che ci vuole donare. Il Signore ha bisogno di voi per poter realizzare il miracolo di raggiungere con la sua gioia molti dei vostri amici e familiari”. Con il cuore colmo di gioia mi sento di dover ringraziare i bambini e le bambine  che il Signore ha voluto concedermi di accompagnare in questo fondamentale percorso di vita. Sono cresciuta insieme a loro e mi sento rafforzata da questa esperienza.  Il mio grazie va anche a Stefania e Barbara che mi hanno affiancato e supportato in questo anno catechistico. Avevo già sperimentato che aprendosi agli altri si benefica di un arricchimento personale, ma tutte le volte è una nuova scoperta perché mille sono i doni di cui il Signore ci ricolma. 

sabato 25 maggio 2019

FESTEGGIANDO SAN DOMENICO


Venerdì 24 maggio la Famiglia Domenicana di Montepulciano ha ricordato con una solenne celebrazione la traslazione dei resti mortali di S. Domenico. Si è rinnovato, come tutti gli anni, lo scambio fraterno con l’Ordine Francescano: celebrava un padre Cappuccino della Maddalena.  Il 24 maggio è una data importante per i consacrati e i laici dell'Ordine domenicano, perché in questa data si ricorda la traslazione del corpo del fondatore, Domenico di Guzman (1170-1221), avvenuta il 24 maggio 1233. Il corpo oggi riposa nella basilica di San Domenico a Bologna, in una straordinaria arca marmorea, monumento sepolcrale a cui collaborarono vari artisti, primo fra tutti il sommo scultore Nicola Pisano, autore anche del pulpito del Duomo di Siena. San Domenico di Guzman quando fu vicino a morire, manifestando la sua precisa volontà, esclamò: “A Dio non piaccia ch’io sia sepolto in altro luogo, che non sia sotto i piedi dei miei Frati!”. Era un’espressione di sincera umiltà e di tenero affetto verso i suoi figli, dai quali neppure da morto voleva essere separato. Così fu fatto. Ma l’umile tomba, povera e disadorna, attirava molte persone e su di essa si moltiplicavano grazie e miracoli. Si pensò allora di trasportare i preziosi resti in luogo più degno. Questa prima traslazione fu fatta il 24 maggio del 1233, martedì di Pentecoste. Erano presenti molti Vescovi, illustri personaggi, il Beato Giordano, successore di San Domenico e più di trecento frati. Appena fu smossa la pietra sepolcrale un odore soavissimo cominciò a diffondersi. Il sacro corpo fu trasportato in un’apposita cappella e chiuso in un semplice monumento di marmo. Nel 1267 si volle arricchire la tomba di sculture, e quindi di nuovo le reliquie del glorioso Patriarca furono rimosse. Il 15 febbraio 1383 fu ancora aperta la cassa per toglierne il capo e riporlo in un prezioso reliquiario. In questa data sulle reliquie del santo fu effettuata una ricognizione, per volontà del maestro generale dei predicatori, il Beato Raimondo da Capua, già confessore e biografo di Santa Caterina da Siena e di S. Agnese. Nel 1473 il monumento fu rinnovato, e per opera di Niccolò Pisano è divenuto uno dei più bei monumenti sepolcrali. Altre traslazioni, senza però aprire la cassa, ci furono l’11 novembre 1411 e il 25 aprile 1605, quando fu definitivamente trasferito nella sede attuale. Il 23 agosto 1946 quei preziosi resti furono riportati con solenne pompa nell'artistica arca, erano stati tolti, il 17 aprile 1943, durante l’infausto periodo della II guerra mondiale. 

venerdì 3 maggio 2019

IL TAPPETO DEL MONDO


Anche le donne di Montepulciano, come quelle di Bettole, che dobbiamo ringraziare per averci coinvolto, partecipano alla realizzazione del tappeto del mondo per ricordare e mai dimenticare l’eccidio di Sant’Anna di Stazzema in provincia di Lucca dove morirono nel 1944 per mano delle SS moltissimi civili tra i quali in considerevole numero di bambini sotto gli undici anni.
A formare questo tappeto, sono tanti quadrati di filo di 50 centimetri, a maglia o all’uncinetto, in tinta unita o colorati. Al momento sono stati cuciti insieme più di 60 metri, ma gli organizzatori contano di realizzare un tappeto molto più lungo che il giorno della commemorazione verrà srotolato a partire dalla Piazza della Chiesa dell’Ossario.
L’iniziativa “Il tappeto del mondo” é promossa dall’Associazione I colori per la Pace nata nel 2015 a sostegno del Parco della Pace di Stazzema e che opera in 113 Paesi. I quadrati sono arrivati da moltissimi Comuni italiani ed anche da fuori Italia. É stato creato un network e questo lavoro può durare all’infinito.
Montepulciano ha contribuito con il lavoro volontario di molte signore dell’Auser, dei bambini della Scuola Primaria di Montepulciano che hanno realizzato un quadrato con pon-pon blu per sensibilizzare sull’autismo, del Laicato Domenicano Poliziano e di singole persone.  Alcuni quadrati, multicolori e a tema, richiamavano il tema dell’infanzia, come quello del Gatto Mammone, dato che molte vittime innocenti furono bambini. Il negozio Luli Acconciature è stato punto di raccolta di questi pregevoli lavori: alla titolare Luliana Carpini va un grazie speciale.
Oggi sabato 4 maggio, a Vinci, in occasione dell’anniversario dei 500 anni dalla morte di Leonardo, nella casa-museo del grande genio,  verranno  presentati i primi metri del tappeto del mondo.



giovedì 10 gennaio 2019

IL PRESEPE MECCANICO DI ABBADIA DI MONTEPULCIANO



Andare per presepi nel tempo di Natale è tradizione e muove tanta gente. I nostri paesi sono ricchi di presepi meccanici e viventi. Quello che colpisce maggiormente è che gli organizzatori di questi eventi tutti gli anni principiano un presepe nuovo. Chi si dedica al presepe ha il gusto di farlo e chi non lo fa più gli manca da morire. Da’ molte soddisfazioni vedere i bambini recarsi a visitarli o farne parte nei presepi viventi come figuranti.  Il presepe dunque come prodotto culturale muove cuori e menti ed unisce braccia ed idee. L’amico giornalista  di San Miniato Fabrizio Mandorlini  da anni si occupa di Terre di Presepi collegando e sostenendo in Toscana tutti quegli eventi che si muovono intorno al presepe. Per dieci anni ho organizzato a Montepulciano il presepe vivente con più di sessanta figuranti e tanti animali ed il solo ricordo crea ancora in me tanta emozione. L’amica e collega Emanuela Limoni, artista e curatrice di tanti eventi legati ai bambini, mi ha chiesto di condividere le sue riflessioni sul presepe di Abbadia di Montepulciano. Da “amica del presepe”  di cuore accolgo la sua richiesta.
 Il termine presepe significa greppia, mangiatoia. San Francesco d’Assisi nell’anno 1223 desidera fortemente  celebrare nel miglior modo possibile la nascita di Gesù a Greccio, quel piccolo paese che gli ricordava Betlemme. Con l’aiuto dei confratelli, tra cui frate Giovanni, fece costruire una mangiatoia e ci fece portare un bue e un asinello. Arrivata la vigilia, per l’evento si radunarono  molti frati e accorse festante,  con fiaccole e candele per illuminare la notte, tanta gente anche dai paesi vicini.  Mentre il Santo d’Assisi parlava profondamente commosso alla gente della nascita del Re povero, Giovanni vide apparire dentro alla mangiatoia un bellissimo bambino e Francesco chinarsi e stringerlo al petto con tutte  e due le braccia.      Fu un grande miracolo! Ed altri  ne seguirono, come quello della paglia di quel presepio che dal quel giorno servì a sanare in modo prodigioso le malattie degli animali. Quella notte tutti i presenti tornarono a casa pieni di gioia. Fu cosi che Francesco per la prima volta  rappresentò  ciò che accadde a Betlemme in quella Notte Santa.
Ad Abbadia di Montepulciano un piccolo gruppo di volontari  ha esposto in alcuni ambienti della canonica della Parrocchia di S. Pietro Apostolo, totalmente ripuliti e restaurati che in passato custodivano grano, olio e vino, un presepe meccanico ideato e costruito interamente da loro. Questo presepe è degno di nota, un vero capolavoro come quello dello scorso anno. Il tema scelto è stato quello inerente il cinquecentenario della prima posa della pietra per la  costruzione a Montepulciano del tempio di San Biagio (1518-2018)  ad opera di Antonio da Sangallo il Vecchio. É stato riprodotto in legno, attraverso un lavoro preciso e minuzioso, il tempio a croce greca e la grande cupola in rame. Il tempio ruota al centro della scena, quasi a vigilare sul miracolo della vita, la nascita di un bambino, il Salvatore del Mondo. Maria e Giuseppe in trepida contemplazione del Bambino sono collocati sotto una capanna a sinistra, di chi entrando ammira questo spettacolo, mentre a destra sono collocate le fonti di Pescaia dove si recarono le fantesche a lavare i panni il giorno che assistettero al miracolo della Vergine che chiudeva ed apriva loro gli occhi.  Sullo sfondo minuziosamente é collocato il paese di Montepulciano con i suoi tetti e campanili perfettamente riconoscibili.  
Sia la Scuola dell’Infanzia che la Scuola Primaria di Abbadia si sono recate in visita e le riflessioni a cuore aperto degli alunni davanti a tanta meraviglia sono state molte:  … La visita del presepe è stata emozionante,  quando ho visto il presepe ho visto una grande bellezza ed ho provato felicità ed emozione. Ho sentito anche la pazienza delle persone che hanno dedicato il loro tempo libero a costruire qualcosa di meraviglioso…, ... Appena entrata nella stanza del presepe sono rimasta stupita perché ho visto l’acqua della fonte e le luci che si accendevano di giorno e si spegnevano di notte….. …..Il presepe che ho vista stamani era cosi bello che le statue mi sembrava prendessero vita…. In una società che va sempre e perennemente di corsa, i bambini, generazioni future, hanno bisogno di una educazione al bello e al vero, di una sensibilizzazione a saper apprezzare le varie forme d’arte come il presepe che è un prodotto culturale, oltre che la rappresentazione della nascita di Gesù, che per i cristiani  cattolici è il Verbo fatto carne.   Un  grazie speciale, conclude Emanuela,  va a tutte le persone di buona volontà che hanno realizzato questo capolavoro... …ed, aggiungo io, a tutti coloro che continuano a portare avanti la tradizione  di fare il presepe anche con tante difficoltà ed enormi fatiche.