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sabato 25 maggio 2019

FESTEGGIANDO SAN DOMENICO


Venerdì 24 maggio la Famiglia Domenicana di Montepulciano ha ricordato con una solenne celebrazione la traslazione dei resti mortali di S. Domenico. Si è rinnovato, come tutti gli anni, lo scambio fraterno con l’Ordine Francescano: celebrava un padre Cappuccino della Maddalena.  Il 24 maggio è una data importante per i consacrati e i laici dell'Ordine domenicano, perché in questa data si ricorda la traslazione del corpo del fondatore, Domenico di Guzman (1170-1221), avvenuta il 24 maggio 1233. Il corpo oggi riposa nella basilica di San Domenico a Bologna, in una straordinaria arca marmorea, monumento sepolcrale a cui collaborarono vari artisti, primo fra tutti il sommo scultore Nicola Pisano, autore anche del pulpito del Duomo di Siena. San Domenico di Guzman quando fu vicino a morire, manifestando la sua precisa volontà, esclamò: “A Dio non piaccia ch’io sia sepolto in altro luogo, che non sia sotto i piedi dei miei Frati!”. Era un’espressione di sincera umiltà e di tenero affetto verso i suoi figli, dai quali neppure da morto voleva essere separato. Così fu fatto. Ma l’umile tomba, povera e disadorna, attirava molte persone e su di essa si moltiplicavano grazie e miracoli. Si pensò allora di trasportare i preziosi resti in luogo più degno. Questa prima traslazione fu fatta il 24 maggio del 1233, martedì di Pentecoste. Erano presenti molti Vescovi, illustri personaggi, il Beato Giordano, successore di San Domenico e più di trecento frati. Appena fu smossa la pietra sepolcrale un odore soavissimo cominciò a diffondersi. Il sacro corpo fu trasportato in un’apposita cappella e chiuso in un semplice monumento di marmo. Nel 1267 si volle arricchire la tomba di sculture, e quindi di nuovo le reliquie del glorioso Patriarca furono rimosse. Il 15 febbraio 1383 fu ancora aperta la cassa per toglierne il capo e riporlo in un prezioso reliquiario. In questa data sulle reliquie del santo fu effettuata una ricognizione, per volontà del maestro generale dei predicatori, il Beato Raimondo da Capua, già confessore e biografo di Santa Caterina da Siena e di S. Agnese. Nel 1473 il monumento fu rinnovato, e per opera di Niccolò Pisano è divenuto uno dei più bei monumenti sepolcrali. Altre traslazioni, senza però aprire la cassa, ci furono l’11 novembre 1411 e il 25 aprile 1605, quando fu definitivamente trasferito nella sede attuale. Il 23 agosto 1946 quei preziosi resti furono riportati con solenne pompa nell'artistica arca, erano stati tolti, il 17 aprile 1943, durante l’infausto periodo della II guerra mondiale. 

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