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mercoledì 28 marzo 2018

GLI INCAPPUCCIATI DEL VENERDI SANTO


A Montepulciano la processione del Venerdì santo è di antica tradizione. Diversamente dalla processione commemorativa della passione e morte di Gesù Cristo che oggi un po’ ovunque viene chiamata Giudeata e colloca la sua origine a Chieti nel lontano 842 d. C., a Montepulciano é chiamata del Gesù Morto. La processione si  snoda in notturna per le vie del paese vecchio partendo dalla Chiesa di S. Agostino e  dirigendosi verso la Cattedrale. Dopo una breve riflessione e un momento di preghiera fa ritorno alla medesima chiesa dalla quale è partita e dove sono da sempre custodite le due statue che vengono portato in processione: Gesù morto e la Madonna Addolorata. La processione di Montepulciano, come in altre parti del mondo è un evento religioso sentito e partecipato  che vede i Confratelli della Pia Arciconfraternita di Montepulciano impegnati processionalmente nel portare  Gesù morto mentre la statua della Madonna addolorata è assegnata alle donne poliziane che, non senza difficoltà per la pesantezza, la trasportano a spalla.
La Misericordia di Montepulciano sorse appunto il venerdì santo del 1303 grazie ad alcune persone devote e caritatevoli e prese il nome di Compagnia della Beata Vergine Madre di Dio e Misericordia. Conosciuta dai più come Compagnia dei Neri per il colore della cappa che indossavano in poco tempo raggiunse un numero considerevole di iscritti e nel 1524 ammise anche le donne come “sorelle”. Nell’anno giubilare dedicato al tempio di San Biagio non possiamo tralasciare che il 22 aprile 1526 fu iscritto anche l’umile Toto che fu testimone dell’evento miracoloso legato all’immagine della Madonna. Durante la processione del Gesù morto i confratelli della Misericordia rigorosamente incappucciati di nero con le loro insegne, i lampioni e il catafalco  in velluto nero damascato sul quale è adagiato la statua di Gesù sottolineano quanto sia radicata e sentita, oggi come allora, questa tradizione religiosa dando una nota folcloristica all’evento immortalato da innumerevoli turisti.
Nella Diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza Radicofani vanta l’onore di avere la processione del venerdì santo più antica di tutta la Toscana (foto). Nel paese di Ghino di Tacco sono ancora presenti antichi riti come quelle delle “tre ore di agonia di Gesù”, una pia pratica dove i confratelli meditano e pregano sulle sette parole dette da Gesù sulla croce chiedendo perdono dei loro peccati davanti ad una ricostruzione particolarissima del Calvario: una quinta di bosso intrecciato alta circa sette metri sulla quale si ergono tre croci e tantissime luci. La processione degli scalzi incappucciati con torce, insegne, la statua di Gesù morto e di Maria addolorata termina davanti al Calvario illuminato dove i confratelli a turno adorano la statua di Gesù intonando il miserere.
In passato le processioni del Venerdì santo dovevano essere spettacolari se si pensa che negli antichi registri delle Compagnie è riportato che  solo in quelle ordinarie non dovevano essere numericamente inferiori a cento elementi. Processioni che in alcune parti d’Italia sono sempre state fatte anche in periodo di soppressione, di guerra  e di calamità. Personalmente ho sempre partecipato alla processione del Venerdì santo. È un appuntamento al quale mi sento di non dover mancare. Da bambina devo dire che gli incappucciati mi facevano un po’paura: il loro modo di arrivare in chiesa spalancando il portone quando non me lo aspettavo,  il battito delle loro mani  al cambio di turno dei portantini del catafalco e il loro incidere a passo lento era ciò che mi colpiva di più, ma la carezza sulla gota data da uno di loro che togliendosi il cappuccio mi sorrideva e si faceva riconoscere mi rassicurava sempre e mi faceva dormire sogni tranquilli una volta tornata a casa.