Lettori fissi

sabato 23 novembre 2019

RIFLESSIONI A CUORE APERTO SUL FUTURO DELLA PARROCCHIA DI SANTA AGNESE


Ci sembra doveroso riflettere … a Lei proprio glielo dobbiamo! Domenica  17 novembre, durante la S. Messa delle ore 11, la Comunità parrocchiale di S. Agnese ha salutato Padre Giovanni Monti che nella tarda mattinata di martedì ha raggiunto il Convento di Fiesole dove il Padre Provinciale lo ha destinato dopo la decisione di chiudere Montepulciano. Padre Giovanni in questi quattro anni, si è distinto per la sua disponibilità, simpatia, doti umane e quell’amore a Dio Padre che con semplicità ha saputo trasmettere a tutti. Ci è stato detto che a dicembre anche Padre Marco Baron lascerà il Santuario, al loro posto sono già arrivate dal Messico, nella giornata di giovedì 21 novembre, tre suore domenicane. A loro va il nostro grazie più sentito. Quanto è importante però un sacerdote per una Comunità in un territorio diocesano dove l’età media dei presbiteri è molto alta e gli stranieri rientrano a casa  o vengano spostati a nuova destinazione! I parrocchiani  di S. Agnese e gli abitanti di Montepulciano e dintorni sono rimasti  molto colpiti dalla decisione dei Padri di lasciare e si chiedono come ciò sia possibile, come cioè l’Ordine Domenicano, dopo secoli di ininterrotta presenza, possa allontanarsi da   quello che Santa Caterina da Siena definiva il suo “piccolo Tabor” e che S. Agnese aveva trasformato da luogo di peccato a luogo di santità.    Nessuno sa adesso cosa succederà. Un miracolo? Rimarranno i Padri domenicani insieme alla suore? Ci verrà assegnato un sacerdote secolare come parroco? Non saremo più Parrocchia ma solo Santuario? Del resto è da molti anni che si preparava questa cosa: da quando è stato tolto il terzo Padre domenicano a Montepulciano declassando il Convento a Casa  e allora, circa vent’anni fa,  non c’era ancora però tutta questa penuria numerica di frati. Siamo partiti da lì. Ci ha ferito sapere che Montepulciano è stato definito un “convento morto”, da chi non lo ha mai visitato nemmeno nel 2017 per il settecentenario della salita al Cielo di Sant’Agnese! Si potevano, a nostro avviso,  trovare soluzioni alternative, ma forse non c’è stata la volontà. Montepulciano, certamente piccolo centro di provincia, come altri luoghi dove la presenza Domenicana è ben impiantata da secoli, non può interessare ma aveva ed ha ancora qualcosa da dare. Si può ripartire dai piccoli centri con nuove soluzioni, al passo coi tempi. La forza dell’Ordine sta nei Rami della Famiglia Domenicana: grande risorsa e fonte di ricchezza. Secondo noi era giusto mettersi a tavolino, fare comunione, nell’ottica di costruire, mantenere, riattivare, ma mai più chiudere!  Pesano ancora altre passate chiusure: Sassari, Teramo….  Sapersi mettere in gioco, rendersi disponibili a spostarsi secondo i bisogni cooperando oltre i confini provinciali  e attivando una rete di apostolato con più punti focali: le città sedi di importanti centri studi ed i paesi “campi di formazione umana”.  San Domenico ha voluto un Ordine che operasse nel mondo. Apostolato sostenuto dalla forza orante delle nostre monache contemplative, fonte di grazia inesauribile e dalla preghiera costante di quei Padri che ci hanno preceduto nella Casa del Padre. Siamo o non siamo stati definiti da Dante Alighieri, similmente a Domenico di Guzman, “gli agricoltori nell’orto del Signore”?!?
Sant’ Agnese, oggi come allora, i suoi Padri li conosce molto bene. Quando fondò, su volere divino,  il Monastero di Montepulciano nel 1306 si parlò dei due tempi della fondazione perché prima costruì i muri e si impiantò avviando il suo esemplare operato e poi chiese all’Ordine Domenicano, sempre secondo indicazioni di Dio e di San Domenico, di essere sottoposta a loro perché lei sapeva bene, scriveva Padre Timoteo Centi, che se lo avesse fatto subito loro le avrebbero risposto: “No”!    Oggi come allora di una cosa tutti siamo sicuri: certamente Sant’Agnese non abbandonerà la sua Casa e chi  la ama. In tutta questa oscurità e silenzi laceranti ed incomprensibili  ci sta dando dei bellissimi segnali di speranza e vicinanza. Questa è una certezza per noi!  A chi ha deciso questa chiusura diciamo ancora: - Siete sicuri di aver fatto la cosa giusta? Noi siamo sereni!
Fraternita Laica Domenicana di Montepulciano

venerdì 22 novembre 2019

GLI ASSESSORI ALLA GENTILEZZA


Platone diceva: “Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai nulla. Sii gentile. Sempre.”
Il 13 novembre si é celebrata la Giornata Mondiale della Gentilezza. Ricorre infatti in questa data l’evento di apertura della Conferenza del “World Kindness Movement” tenutasi a Tokyo nel 1997 e conclusasi con la firma della Dichiarazione della Gentilezza. Per celebrarla tutti i giorni dell’anno e non solo il 13 novembre, in un’epoca dove le parole gentili sono sparite, in Italia nascono gli assessori alla gentilezza. Sono ben oltre i 52 casi ed esiste una rete nazionale che li unisce. Il numero comunque è in aumento. Una delega che gli assessori si sono visti assegnare dal loro primo cittadino ed ampiamente appoggiata da tutte le forze politiche. Gli assessori alla gentilezza si occupano di buona educazione, di rispetto verso l’altro e la cosa pubblica, di sensibilizzazione verso comportamenti positivi, di favorire lo spirito e l’unità in seno alla propria comunità, di sviluppare iniziative di cittadinanza attiva per sostenere e tutelare il bene comune. Per alcuni di loro spesso si tratta di un completamento delle deleghe che già avevano. Questo nuovo assessorato della gentilezza infatti si sposa molto bene con i servizi sociali, le pari opportunità, la pace e l’istruzione. In un mondo aggressivo, arrogante e competitivo la gentilezza si rivela sempre più una risorsa vincente, una forza rivoluzionaria in grado di cambiare il mondo. Pare che l’idea di costituire un assessore alla gentilezza sia nata in seno ai vari Consigli Comunali dei ragazzi sparsi in tutta Italia ed in questo caso possiamo ben dire che i grandi hanno appreso dai bambini.