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sabato 3 giugno 2017

CHE PASSIONE FARE IL CACCIATORE!




Un cacciatore di altri tempi è il citto di Barabino che imbracciò il fucile a 16 anni sotto lo sguardo attento del su’ babbo. La passione venatoria gli era nata da piccino quando ascoltava incantato i trascorsi di caccia narrati dai cacciatori con un entusiasmo sempre acceso.  Quelle storie le aveva impresse in memoria e si deliziava nell’immaginazione di poterlo fare un giorno anche lui. Conosceva a memoria molti nomi di selvaggina, riconosceva nel bosco le tracce degli animali e distingueva il canto degli uccelli.  La pazienza è una delle virtù del cacciatore e il figlio di Barabino, al secolo Umberto Lorenzini, attese l’età che gli consentiva di imbracciare il fucile. Colombacci, beccacce e starne… con il cane rigorosamente meticcio sempre a fianco. Ricorda Fido, cane fenomeno, puntava la preda quasi fosse un radar. Le battute di caccia con gli amici in Valdorcia con la Balilla piena di lepri, di starne e selvaggina minuta e la caccia al Lago di Montepulciano. Che soddisfazione, racconta sorridendo, inciampare nella terra arata, scivolare nella mota con gli stivali e tornare a casa con il bordo dei calzoni pieno di fango!  Sorridere alla moglie nel sentirla sbraitare se i cani, sporchi e mal odoranti, entravano in casa lasciando le loro impronte dopo che era stato pulito il pavimento! Ma la passione per la caccia è superiore al tornare a casa e non aver preso niente, all’alzarsi presto la mattina, al freddo che ti entra nelle ossa … quando l’hai ti scorre nelle vene e non ti lascia più. Ora che ha più di novant’anni  Umberto ha appeso il fucile al chiodo ma il suo spirito è sempre con i suoi compagni cacciatori nel ricordo di quando ti passavano sopra il capanno i colombacci.

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